Stojkovic: Vi racconto il mio calvario al Verona. Quanto avrei voluto dare di più...

Dragan Stojkovic grande e sfortunato campione serbo che ha vestito la maglia gialloblù nel 1991-92 è stato sentito dalla Gazzetta dello Sport in edicola venerdì. A Matteo Fontana ha raccontato la grande partita che fece il Verona quell’anno con l’Inter, una delle poche gioie di quella sfortunata stagione: “Erano pieni di campioni, c’era gente straordinaria, ma quel giorno mi è successo qualcosa di strano: stavo bene. Per tutto quell’anno fui tormentato da continui problemi al ginocchio che mi ero rotto quando ero all’Olympique Marsiglia, appena arrivato dalla Stella Rossa. Con l’Inter non avvertii nessun dolore. Riuscivo a fare tutto bene e senza paura. E pensare che sbagli pure un rigore, eh… Tirai alto, sopra la traversa. Fui giudicato il migliore in campo, i giornali scrissero che Pixie era tornato. Ero felice, ma due giorni dopo il ginocchio riprese a farmi male”.
Stojkovi ha anche ricordato il grande rapporto con la proprietà di allora: “Provo una grande stima e una profonda ammirazione per la famiglia Mazzi. Eros è mancato da tanto tempo: era un uomo appassionato, che amava la squadra. Suo figlio Stefano è stato il “mio” presidente, c’era uno splendio rapporto. Mi è dispiaciuto moltissimonon aver potuto soddisfare le aspettative che avevano nei miei confronti, ma le mie condizioni non me lo permisero”
“Ero uno dei migliori calciatori d’Europa, quando mi feci male. Il Marsiglia mi ingaggiò superando la concorrenza di tutti i principali club. Adriano Galliani mi chiamò a casa per convincermi a passare al Milan, ma avevo già un accordo con l’Olympique, il cui patron era Bernard Tapie. Galliani allora telefonò a lui e gli chiese di lasciarmi al Milan. Tapie rispose: “Puoi avere tutti i giocatori del mondo, ma non Stojkovic”. E andai in Francia”.
Sul talento di Ivan Ilici, giovane serbo ora al Verona, Stojkovic ha spiegato: “Stessa città, stessa maglia, c’è un tocco del destino in tutto questo. E’ un ragazzo che ha talento. Juric ha detto che se cresce fisicamente potrà essere entro quattro anni un centrocampista di livello internazionale e sono d’accordo. Ilici gioca in modo intelligente, pensa e passa velocemente. Deve rafforzarsi in palestra e migliorare anche dal lato tecnico: può diventare un top del ruolo. E’ simile a Namanj Matic”
E infine il ricordo dei seui compagni dell’epoca: “Ripenso a quel mio anno al Verona, alle amicizie con i compagni di squadra: Attilio Gregori, Celeste Pin, Piero Fanna, Ezio Rossi. Mi mancano, vorrei rivederli. La città, il club, i tifosi. Era tutto perfetto, tranne il mio ginocchio. Ma quel giorno con l’Inter, per una volta, mi sentii leggero come una farfalla”.