Attualità di Redazione , 05/11/2025 10:22

Valdegamberi: “Richiesta all’ISPRA per la rimozione dei due lupi responsabili delle predazioni"

Stefano Valdegamberi

È partita mercoledì scorso dalla Regione Veneto la richiesta all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per la rimozione di due lupi che da mesi stanno compiendo gravi predazioni di bestiame nella zona di Sant’Anna d’Alfaedo.

Il caso è stato istruito e presentato agli uffici regionali dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi, insieme ad Armando Lavarini (Malga Rambalda) e al consigliere comunale di Sant’Anna d’Alfaedo Fabio Giacopuzzi.

Nel frattempo, le predazioni continuano, esasperando allevatori e cittadini che assistono impotenti allo sbranamento di animali domestici e di affezione attorno alle loro abitazioni.

“La Lessinia – sottolinea Valdegamberi – è classificata come uno degli hotspot con il maggior numero di predazioni in Italia. In queste aree è possibile intervenire con la rimozione dei soggetti problematici, e la richiesta avanzata alla Regione va proprio in questa direzione. Ora attendiamo la risposta autorizzativa dell’ISPRA.”

Il consigliere evidenzia inoltre come la situazione stia provocando una progressiva fuga degli allevatori dalle malghe, con il rischio di un impatto ambientale negativo sul territorio:

“Le malghe in montagna si stanno spopolando. Senza la presenza del bestiame – afferma Valdegamberi – si altera un ecosistema che caratterizza da secoli il paesaggio lessinico, patrimonio ambientale e culturale che tutti noi apprezziamo. Serve un equilibrio tra la presenza dei grandi carnivori e quella dell’uomo: l’agricoltore e l’allevatore sono i primi operatori ambientali in montagna. Se vengono messi nelle condizioni di abbandonare il territorio, sarà l’ambiente stesso a pagarne le conseguenze.”

Valdegamberi aggiunge inoltre:

“Occorre seguire l’esempio dei Paesi d’oltralpe, dove il problema del lupo è stato affrontato e risolto con pragmatismo e regole chiare. Qui invece c’è troppa burocrazia e le direttive dell’ISPRA sono eccessivamente restrittive, rendendo impossibile un intervento tempestivo. Se davvero vogliamo la convivenza tra uomo e grandi carnivori, serve equilibrio e buon senso, non rigidità amministrativa.”