Speranze finite, morti i due alpinisti italiani dispersi in Nepal mentre scalavano l'Himalaya

Sono morti Alessandro Caputo e Stefano Farronato, i due alpinisti italiani dispersi in Nepal. Il loro decesso è stato confermato questa mattina dalla Farnesina. Erano dispersi da venerdì 31 ottobre, dopo che una forte nevicata li aveva sorpresi durante la scalata del picco Panbari (vetta di 6.887 metri) a oltre 5.000 metri di altitudine. E' in corso il recupero delle salme.
Stefano Farronato, 50 anni di Bassano del Grappa, di professione arboricoltore, era titolare e ideatore di Aforest, azienda specializzata in arboricoltura con sede a Cassola in provincia di Vicenza. Veterano della montagna, aveva portato a termine molte spedizioni, anche nei luoghi più inospitali della terra. Era partito il 7 ottobre scorso per il progetto 'Panbari Q7', la sua diciottesima spedizione.
Secondo quanto risulta alla Farnesina ci sarebbero altri cinque-sei italiani le cui condizioni risultano al momento non verificabili e che si trovano in altre aree del Nepal.
La valanga che ha travolto Farronato e Caputo (maestro di sci a Sankt Moritz e tanti viaggi sulle Ande) si è abbattuta sul Panbari Himal venerdì. A dare l’allarme ai soccorritori è stato il capospedizione Valter Perlino, 64enne veterinario di Pinerolo, nel Torinese, con decenni di esperienza tra l’Everest conquistato in solitaria e itinerari montani poco battuti.
Il recupero di Farronato e Caputo è risultato da subito una lotta contro il tempo: il meteo ostacolava i decolli degli elicotteri. Oltre al ciclone ‘Montha’ è stata necessaria un’autorizzazione amministrativa speciale per far volare gli elicotteri in quell’area che ha ritardato le ricerche.
In una nota il Ministero degli Esteri spiega: "I connazionali erano stati sorpresi da forti nevicate al Campo 1 (5.000 m). Altri connazionali risultano dispersi e le ricerche sono in corso. Il Consolato Generale a Calcutta, anche per il tramite del Consolato Generale Onorario a Kathmandu, e in stretto raccordo con la Farnesina sta seguendo direttamente l'evoluzione della situazione in contatto con le autorità locali e con i familiari dei connazionali".

