Spettacoli di Redazione , 17/09/2025 14:01

La Cenerentola di Jean-Christophe Maillot al Teatro La Fenice

Cenerentola, Fenice

Va in scena al Teatro La Fenice Cenerentola del coreografo Jean-Christophe Maillot, nell’interpretazione dei Ballets de Monte-Carlo: una delle creazioni più amate della compagnia – debuttò nel 1999, Salle Garnier Opéra de Monte-Carlo – che ha segnato una svolta nella storia della compagine monegasca. La musica di Sergej Prokof’ev sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Igor Dronov. Lo spettacolo si avvale inoltre delle scenografie di Ernest Pignon-Ernest, dei costumi di Jérôme Kaplan e del light design di Dominique Drillot. Cinque le recite in programma al Teatro La Fenice, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2024-2025: il 18, 19, 20, 21, 23 settembre 2025.

Composta da Prokof’ev fra il 1941 e il 1944 su commissione del Teatro Kirov (oggi Mariinskij) di San Pietroburgo sull’onda del successo di Romeo e Giulietta, Cenerentola andò in scena per la prima volta al Teatro Bol’šoj di Mosca il 21 novembre 1945 con la coreografia di Rostislav Zacharov. Basata su uno scenario di Nikolaj Volkov tratto dalla fiaba Cendrillon di Charles Perrault, la partitura di Prokof’ev unisce a una grande ricchezza di spunti lirici quasi čajkovskiani una sottile ironia che permette di passare senza soluzione di continuità dal meraviglioso della fiaba magica all’umorismo della satira sociale. Dopo le riletture di Frederick Ashton (1948), Maguy Marin (1985), Rudolf Nureyev (1986) e John Neumeier (1992), anche Jean-Christophe Maillot, dal 1993 coreografo-direttore dei Ballets de Monte-Carlo, si è cimentato nel 1999 con il lavoro di Prokof’ev, esaltandone da un lato gli elementi realistici e comici (ma mai grotteschi) nella rappresentazione della matrigna, delle sorellastre e della corte del principe, prigionieri del culto artificiale di una bellezza vuota e sofisticata, dall’altro l’elemento profondamente umano che è alla base della fiaba magica come viaggio iniziatico dall’adolescenza all’età adulta.

Fedele alla sua reputazione di restauratore/rigeneratore di fiabe, Jean-Christophe Maillot libera Cenerentola dalla sua dolce aurea e offre una meditazione struggente sul modo in cui le persone che scompaiono modellano il futuro di coloro che sono rimasti. Qui, il tema di un principe che sposa una contadina (un’idea che ha dato vita ai sogni e speranze di intere generazioni) non ha un ruolo chiave. Il coreografo nega a questa idea l’importanza che di solito viene data, preferendo concentrarsi sugli ingranaggi emotivi che portano avanti questo racconto senza tempo. Cenerentola appare, tenendo tra le mani il vestito bianco della madre defunta, e nasconde il viso nel tessuto in cerca di conforto. Purtroppo, in questa nuova famiglia, il passato è diventato tabù sotto l’influenza della matrigna e delle sue due figlie. Attraverso questi tre personaggi, la coreografia infonde nuova vita al mito della matrigna e delle sue brutte figlie. La prima non è una donna ripudiata, acida o cattiva, e nemmeno le sue figlie sono brutte o stupide. L’abituale versione in bianco e nero del soggetto è messa da parte dal coreografo. Le tre donne di questa nuova famiglia sono fortemente erotiche.

La matrigna è un’abbagliante seduttrice che usa il suo fascino per indebolire l’autorità del marito. Le sue due figlie, nel frattempo, comprendono il potere infallibile dell’arma della seduzione e, sotto la guida della madre, imparano a usarla con formidabile effetto. La loro danza spudorata e sensuale permette loro di sentirsi a proprio agio alla corte del re. Perché oltre a essere una riflessione sul lutto, Cenerentola è una lettura divertente e incisiva di una società infarcita di artificio, dove la ricerca del piacere spoglia i suoi abitanti di ogni senso della realtà. La frenetica distrazione va a pari passo con l’ozio, e i due sovrintendenti del piacere del palazzo sono a disposizione per intrattenere una corte moribonda che sta lentamente soffocando per la noia. In contrasto con questo, Cenerentola è la semplicità fatta persona. Non ha bisogno di accessori per essere bella, e anche la famosa scarpetta di vetro viene sostituita qui con un piede nudo luccicante di delicata, effimera polvere d’oro. Il piede nudo di Cenerentola diventa un simbolo del balletto. Simboleggia non solo la semplicità e la crudezza di questa giovane ragazza, ma anche una parte del corpo senza la quale la danza non esisterebbe. Il piede è il perno dell’arte coreografica, il suo pilastro e il suo decollo. Questo è ciò di cui parla Cenerentola.

Ecco il dettaglio delle repliche, tutte fuori abbonamento, con gli orari: giovedì 18 settembre 2025 ore 19.00; venerdì 19 settembre ore 19.00; sabato 20 settembre ore 19.00; domenica 21 settembre ore 17.00; martedì 23 settembre ore 19.00.