Dazi, Coldiretti Veneto: Il vino rischia di pagare il prezzo più alto

Alla luce dell’accordo-quadro formalizzato tra Unione Europea e Stati Uniti in materia di dazi, che prevede l’applicazione di tariffe del 15% sui prodotti agroalimentari italiani senza alcuna esenzione, Coldiretti Veneto esprime forte preoccupazione per l’impatto economico sulle filiere regionali e nazionali, emerso anche nel corso del Trittico Vitivinicolo organizzato da Veneto Agricoltura.
Secondo Coldiretti e Filiera Italia, basandosi sui dati del Centro Studi Divulga, il provvedimento rischia di colpire duramente le eccellenze del Made in Italy, con un danno stimato di oltre 1 miliardo di euro all’anno per il comparto agroalimentare. Tra i settori più penalizzati: vino, olio extravergine di oliva, pasta e comparto suinicolo.
In questo scenario, il Veneto è tra le regioni più esposte: solo verso gli Stati Uniti l’export agroalimentare regionale vale 930 milioni di euro, con il settore vitivinicolo in prima linea. Il mercato statunitense del vino per la nostra regione conta 593 milioni di euro, il Veneto è il primo esportatore nazionale con il ruolo di traino del Pinot Grigio e del Prosecco.
“Il comparto vitivinicolo veneto è il motore dell’export agroalimentare regionale e subirebbe un colpo pesantissimo da questi nuovi dazi,” afferma Giorgio Polegato, presidente della Consulta Vitivinicola di Coldiretti Veneto. “Il nostro vino è ambasciatore del Made in Italy nel mondo, e gli Stati Uniti rappresentano uno sbocco fondamentale. Serve un intervento urgente da parte delle istituzioni per tutelare il lavoro di migliaia di imprese e salvaguardare la competitività del settore.”
"La pubblicazione dell’accordo conferma lo squilibrio di una trattativa che avevamo già denunciato in cui l’agricoltura, ancora una volta, viene sacrificata - continua Polegato - Ci aspettavamo l’esclusione dei prodotti di eccellenza dai dazi, almeno per il vino. Così non è stato. E ogni giorno che passa senza correttivi lascia spazio ad altri Paesi competitor in un mercato che storicamente ci appartiene.”
Coldiretti ribadisce la necessità di proseguire il negoziato per ottenere l’esclusione delle produzioni agroalimentari italiane dalla lista dei dazi e chiede sostegni economici urgenti per le filiere più colpite, già messe a dura prova da costi produttivi in aumento e instabilità dei mercati.
Il rischio è che l'introduzione dei dazi finisca – rileva Coldiretti - per far salire i prezzi e l'inflazione, con un conseguente calo dei consumi, soprattutto tra le fasce della popolazione a reddito più basso. A complicare ulteriormente il quadro ci sono anche le pressioni degli importatori per ottenere “sconti”, una dinamica che sta già creando difficoltà alle imprese italiane. Queste ultime si trovano di fronte al rischio di dover ridurre i volumi esportati o vendere i prodotti a prezzi troppo bassi, con un inevitabile impatto negativo sui margini. Senza dimenticare la possibilità che si rafforzino i fenomeni di Italian sounding, spingendo i consumatori americani verso imitazioni dei prodotti italiani di qualità.