Attualità di Redazione , 16/08/2025 13:50

VIDEO | Cgia: "Crolla l’artigianato in Veneto, in dieci anni chiuse oltre 44mila botteghe"

Negli ultimi dieci anni il Veneto ha perso quasi 44.500 artigiani: erano 186.398 nel 2014, sono scesi a 141.958 nel 2024, con un calo del 24%. In pratica, un artigiano su quattro ha abbassato la saracinesca. Solo nell’ultimo anno la contrazione è stata di oltre 7.500 unità, pari al -5,1%. Rovigo, Verona e Padova le province più colpite.

Il dato, elaborato dall’Ufficio studi CGIA su base INPS, si inserisce in un trend nazionale che non risparmia nessuna regione. Le più colpite Marche, Umbria, Abruzzo e Piemonte, tutte con cali superiori al 26%. Più contenute, invece, le perdite nel Mezzogiorno, dove gli investimenti PNRR e il traino del Superbonus hanno attutito la caduta.

RIPARAZIONI SEMPRE PIU' DIFFICILI La crisi rischia di far sparire figure indispensabili. Idraulici, elettricisti, fabbri e serramentisti già oggi scarseggiano, e secondo la CGIA nei prossimi dieci anni sarà quasi impossibile trovarne. Un fenomeno legato all’invecchiamento degli artigiani e alla mancanza di ricambio generazionale. Alla base del crollo ci sono fattori strutturali: burocrazia, concorrenza della grande distribuzione e dell’e-commerce, tasse e affitti troppo alti. A incidere anche il cambio di abitudini dei consumatori, sempre più orientati all’“usa e getta” e ai prodotti standardizzati acquistati online.

In parte il calo è dovuto anche a fusioni e acquisizioni che hanno ridotto il numero di microimprese ma aumentato la produttività media in settori come trasporti, metalmeccanico e impiantistica.

LE ECCEZIONI: BENESSERE E DIGITALE Non tutti i comparti soffrono. In crescita estetisti, parrucchieri e tattuatori, così come figure legate al digitale: sistemisti, videomaker, social media manager e specialisti di web marketing. Bene anche l’alimentare con gelaterie, gastronomie e pizzerie da asporto, soprattutto nelle città turistiche.

UN REDDITO DI GESTIONE PER PICCOLI CENTRI La CGIA lancia una proposta: un “reddito di gestione” per chi avvia o mantiene una bottega nei comuni sotto i 10mila abitanti. Un sostegno che avrebbe l’obiettivo di preservare la vita nei centri storici e nei borghi, contrastando lo spopolamento e la desertificazione commerciale.

VERSO LA RIFORMA DELL'ARTIGIANATO Sul tavolo del Parlamento è in arrivo anche la riforma della legge quadro 443/1985. Tra le novità: vendita diretta per gli artigiani alimentari, maggiore flessibilità nei consorzi, fondo biennale da 100 milioni per il credito e l’innalzamento del tetto occupazionale da 18 a 49 addetti, in linea con l’Europa.

PROVINCE VENETE PIU' COLPITE La contrazione più forte in dieci anni ha colpito Rovigo (-31,4%, pari a 2.905 artigiani in meno), seguita da Verona (-27%, -9.726) e Padova (-24,3%, -9.130). A Venezia la perdita è stata più contenuta (-20,3%), mentre nell’ultimo anno la provincia in maggiore difficoltà è Treviso, con un -6,1% (-1.720).