Attualità di Redazione , 30/07/2025 11:16

GAZA | Parte dall'Ateneo di Padova l'appello internazionale a rompere il silenzio su Gaza

appello pro Gaza
appello pro Gaza

Con una lettera aperta pubblicata oggi su "The Lancet" l'Università di Padova lancia un appello alle istituzioni, alle associazioni professionali e accademiche nei settori dell'assistenza sanitaria, della sanità pubblica e delle scienze sociali per "riconoscere pubblicamente il genocidio a Gaza" e rivedere le loro posizioni ufficiali.
    La lettera, dal titolo "Break the selective silence on the genocide in Gaza", ha già raccolto oltre 3.300 firme. A redigerla è stato Roberto De Vogli, del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, con i colleghi Jonathan Montopoli (Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale Infermi di Rimini), Ghassan Abu-Sittah (Università di Glasgow) e Ilan Pappè (Università di Exeter).
    De Vogli, che fa parte anche del Centro Diritti Umani dell'Università di Padova, sottolinea come ci siano "prove sostanziali e ben documentate" su una catastrofica emergenza sanitaria pubblica a Gaza, con 720 attacchi documentati contro obiettivi sanitari fino a maggio scorso, tra cui 125 strutture sanitarie, 34 ospedali e 186 ambulanze. Denuncia la grave insicurezza alimentare e il rischio di fame per l'intera popolazione e una aspettativa di vita alla nascita diminuita di circa 35 anni nel 2024.
    Nel testo si denuncia che "la maggior parte delle associazioni di salute pubblica, mediche e di scienze sociali sono rimaste in silenzio o hanno rilasciato dichiarazioni vaghe, una risposta che contrasta nettamente con il loro rapido e forte sostegno in altri conflitti, come quello in Ucraina. Si tratta di una sorta di 'silenzio selettivo', una tendenza cioè a esprimere solidarietà verso le persone che sono percepite come parte di un cosiddetto gruppo di appartenenza.
    L'iniziativa ha spinto tre associazioni di sanità pubblica - l'Alleanza Europea per la Sanità Pubblica, l'Associazione Europea per la Sanità Pubblica e la Federazione Mondiale delle Associazioni di Sanità Pubblica, che rappresentano oltre 5 milioni di professionisti sanitari a livello globale - a rilasciare una dichiarazione congiunta che riconosce il genocidio.