GAZA | Parte dall'Ateneo di Padova l'appello internazionale a rompere il silenzio su Gaza

Con una lettera aperta pubblicata oggi su "The Lancet" l'Università di Padova lancia un appello alle istituzioni, alle associazioni professionali e accademiche nei settori dell'assistenza sanitaria, della sanità pubblica e delle scienze sociali per "riconoscere pubblicamente il genocidio a Gaza" e rivedere le loro posizioni ufficiali.
La lettera, dal titolo "Break the selective silence on the genocide in Gaza", ha già raccolto oltre 3.300 firme. A redigerla è stato Roberto De Vogli, del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, con i colleghi Jonathan Montopoli (Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale Infermi di Rimini), Ghassan Abu-Sittah (Università di Glasgow) e Ilan Pappè (Università di Exeter).
De Vogli, che fa parte anche del Centro Diritti Umani dell'Università di Padova, sottolinea come ci siano "prove sostanziali e ben documentate" su una catastrofica emergenza sanitaria pubblica a Gaza, con 720 attacchi documentati contro obiettivi sanitari fino a maggio scorso, tra cui 125 strutture sanitarie, 34 ospedali e 186 ambulanze. Denuncia la grave insicurezza alimentare e il rischio di fame per l'intera popolazione e una aspettativa di vita alla nascita diminuita di circa 35 anni nel 2024.
Nel testo si denuncia che "la maggior parte delle associazioni di salute pubblica, mediche e di scienze sociali sono rimaste in silenzio o hanno rilasciato dichiarazioni vaghe, una risposta che contrasta nettamente con il loro rapido e forte sostegno in altri conflitti, come quello in Ucraina. Si tratta di una sorta di 'silenzio selettivo', una tendenza cioè a esprimere solidarietà verso le persone che sono percepite come parte di un cosiddetto gruppo di appartenenza.
L'iniziativa ha spinto tre associazioni di sanità pubblica - l'Alleanza Europea per la Sanità Pubblica, l'Associazione Europea per la Sanità Pubblica e la Federazione Mondiale delle Associazioni di Sanità Pubblica, che rappresentano oltre 5 milioni di professionisti sanitari a livello globale - a rilasciare una dichiarazione congiunta che riconosce il genocidio.