Politica di Redazione , 08/07/2025 14:57

"Il Veneto ascolta i giovani", Soranzo lancia il Consiglio regionale dei ragazzi

Enoch Soranzo
Enoch Soranzo

«Oggi stringiamo un patto: quello di ascoltare davvero i nostri ragazzi, di accoglierli nel cuore delle istituzioni.» E’ con queste parole che il Vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Enoch Soranzo, commenta la presentazione, a sua prima firma, del progetto di legge destinato a istituire ufficialmente il Consiglio regionale dei ragazzi del Veneto. «È un giorno importante, direi perfino emozionante. Da tempo penso che i giovani non debbano essere“ preparati” al futuro come se fosse un esame da superare ma vadano resi protagonisti già da ragazzi. Non possiamo più permetterci di relegarli a spettatori silenziosi. Hanno idee, passione, talento. E da oggi avranno anche uno spazio vero, riconosciuto per legge, per farli contare davvero.» 

Il Consiglio regionale dei ragazzi sarà un organo di consultazione e rappresentanza democratica, un vero e proprio parlamento dei giovani veneti. Un luogo in cui potranno confrontarsi, avanzare proposte, dialogare con le istituzioni. «Questa legge nasce dall’ascolto e dal rispetto. È un segno di fiducia verso di loro. Credo che una politica che non ascolta i più giovani sia una politica che invecchia male. Al contrario, noi vogliamo una politica che si rinnova, che accetta le sfide del cambiamento, che sa dire ai ragazzi: ci siete, vi vediamo, diteci la vostra.»

Soranzo rivendica anche la dimensione educativa della nuova norma: «Non basta dire ai ragazzi di essere cittadini responsabili. Serve dar loro la possibilità concreta di esercitare questa responsabilità. Con il Consiglio regionale dei ragazzi vogliamo offrire un laboratorio di democrazia vera, dove si impara non dai manuali ma dalle relazioni, dal confronto, dall’esperienza.»

Infine, un invito a tutti: «Oggi il Veneto lancia un messaggio chiaro: i ragazzi sono senz’altro il nostro futuro, ma sono soprattutto il nostro presente. Chiedo alle istituzioni, alle scuole, alle famiglie di aiutarci a rendere viva questa promessa. Perché i giovani ci stanno guardando, e noi vogliamo essere all’altezza della loro fiducia.»