Cronaca di Redazione , 27/06/2025 5:30

Falde venete inquinate da Pfas: 141 anni ad 11 imputati

Processo Pfas
Processo Pfas

Centoquarantuno anni di carcere, venti in più rispetto a quelli chiesti dall'accusa. Dopo sei ore di camera di consiglio la Corte D'assise di Vicenza ha condannato 11 dei 15 manager dell'ex fabbrica Miteni di Trissino (Vicenza) per l'inquinamento da composti perfluoroalchilici, i famigerati "Pfas", che ha toccato le provincie di Vicenza, Padova e Verona e 350mila cittadini.

Quattro sono gli imputati assolti, contro le sei richieste di proscioglimento della Procura. Decine i milioni di euro di risarcimento danni. L'accusa, a conclusione della requisitoria dei pubblici ministeri Hans Roderich Blattner e Paolo Fietta, aveva avanzato la richiesta di condanne per complessivi 121 anni e 6 mesi per nove dei 15 imputati.

Un caso che era scoppiato nel 2013, quando la Regione Veneto venne informata dal Ministero dell'Ambiente sulla presenza di Pfas in concentrazioni "preoccupanti" nelle acque potabili di alcuni comuni, che ha dato il via alla battaglia dei movimenti ambientalisti, in particolare del movimento delle "Mamme No Pfas".

La Corte ha stabilito anche i risarcimenti per oltre 300 parti civili, fra privati ed enti pubblici: al solo Ministero dell'Ambiente è stato riconosciuto un risarcimento di 58 milioni di euro, alla Regione Veneto 6,5 milioni, all'agenzia per l'ambiente Arpav 800mila euro mentre per le singole persone, in particolare anche le "Mamme", i risarcimenti vanno dai 15 ai 20mila euro. Così come sono stati ristorati comuni, società idriche e Provincia di Vicenza.

Alla lettura della sentenza, tra commozione e volti tesi, proprio le centinaia di persone presenti hanno alla fine applaudito la decisione della Corte tra urla e abbracci. Nel risarcimenti sono stati tagliati fuori i lavoratori dell'ex Miteni, e per questo dovranno essere lette le motivazioni della sentenza. E' stato un vero e proprio maxiprocesso, durato 5 anni con 134 udienze complessive.

Soddisfazione bipartisan dalla politica regionale, che da sempre ha combattuto la battaglia contro la Miteni dalla stessa parte. Il presidente Luca Zaia ha sottolineato che "la sentenza di oggi della Corte d'Assise di Vicenza, che riconosce il reato di disastro ambientale doloso e avvelenamento delle acque è un passaggio fondamentale di giustizia per le comunità venete colpite, e per tutti coloro che hanno lavorato con impegno alla ricerca della verità. Fu proprio la Regione del Veneto su mio mandato, nel 2013, a segnalare per prima alla magistratura gli effetti gravissimi e irreversibili dell'inquinamento da Pfas".