Attualità di Redazione , 24/06/2025 6:00

In Italia 330 annegati, in piscina oltre la metà under 12

Piscina, annegamento

Sfuggiti all'attenzione dei genitori, caduti in acqua o finiti, giocando, nell'acqua fonda: sono queste le principali cause di annegamento dei più piccoli in Italia, con gli under 12 che nelle piscine rappresentano il 53% delle vittime per questo motivo. Del totale di 330 annegamenti che si registrano ogni anno nel nostro Paese, inoltre, il 12% ha meno di 18 anni. Lo sottolinea il secondo rapporto dell'' 'Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione' pubblicato nell'ultimo report dell'Iss. Un'occasione per lanciare, insieme a 9 regioni, un video con i consigli per i genitori che "in molti casi commettono errori nella sorveglianza basandosi su false convinzioni".

"Instaurare un corretto rapporto con l'acqua è fondamentale per la crescita dei nostri bambini, e con alcune attenzioni si possono ridurre i rischi che inevitabilmente sono connessi a questo elemento afferma Andrea Piccioli, Direttore Generale dell'Istituto Superiore di Sanità - Uno speciale ringraziamento va alle regioni perché insieme a loro possiamo aumentare la diffusione di questa campagna e promuovere una prevenzione più efficace". In Italia muoiono ogni anno per annegamento in media circa 328 persone, di tutte le età. Nei 5 anni dal 2017 al 2021 (dati Istat), sono morti per annegamento 1642 persone. Di queste, il 12.5% (ovvero 206) aveva un'età dai 0 ai 19 anni. Si tratta di circa 41 decessi ogni anno che riguardano bambini o ragazzi adolescenti, con i maschi che rappresentano ben l'81% di tutte le mortalità per annegamento in età pediatrica.

I casi aumentano con l'aumentare dell'età, anche se non in maniera lineare (la fascia di età 1-4 anni presenta più casi di quella 5-9 anni), fino agli adolescenti. "L'acqua, anche quando è una pozza d'acqua o uno stagno', esercita un'attrazione fatale su qualsiasi bambino - spiega Vincenzo Ferrara, che ha curato il rapporto -. Nelle piscinette gonfiabili il rischio che un bambino piccolo, che ha da poco cominciato a camminare, si rovesci dentro è molto elevato. Dobbiamo ricordare qui che un bambino caduto in acqua, scomparirà dalla vista entro 20 secondi". Una delle cause più comuni di annegamento infantile è la mancata o inadeguata supervisione da parte degli adulti che, intervistati, ammettevano, mentre sorvegliavano il loro bambino vicino all'acqua, di aver parlato con altri (38%), di dover sorvegliare un altro bambino, di leggere (18%), mangiare (17%) e/o parlare al telefono (11%).

Tra i genitori degli under 12 quasi la metà (48%) credeva erroneamente che avrebbero sentito rumori e schizzi o piangere il loro bambino, se fosse stato in difficoltà in acqua. Inoltre il 56% credeva che un bagnino, se presente, fosse la persona principale responsabile della supervisione, e il 32% ha riferito di lasciare il proprio bambino incustodito in una piscina per 2 minuti o più. Tra i principali consigli per prevenire gli annegamenti, contenuti in un video realizzato in collaborazione con 9 regioni (Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto e Sicilia): immergersi in acque sorvegliate; evitare di farlo in caso di mare mosso; seguire le indicazioni dei sorveglianti; educare i bambini all'acquaticità fin da piccoli; non tuffarsi in acqua repentinamente dopo aver mangiato o un'esposizione prolungata al sole; tuffarsi dalle scogliere solo in acque di profondità adeguata.