In Veneto rallenta il mercato del lavoro: i livelli sono inferiori a quelli del triennio

Prosegue la fase di rallentamento del mercato del lavoro in Veneto, che nei primi cinque mesi del 2025 si conferma positivo per +56.900 posti di lavoro dipendente, ma su livelli inferiori a quelli registrati nell'ultimo triennio. A determinare tale risultato è il lieve incremento delle cessazioni unito a una riduzione delle assunzioni (-2%). Il dato emerge dalla "Bussola" mensile dell'Agenzia regionale Veneto Lavoro. Il rallentamento si è fatto più evidente a maggio, che ha fatto segnare un saldo occupazionale di +16.900 posizioni lavorative contro le 18.500 guadagnate un anno prima, soprattutto in virtù di un più consistente aumento delle cessazioni (+3%) e degli andamenti meno positivi registrati nei comparti del turismo e dell'ingrosso e logistica.
Dal punto di vista contrattuale, il bilancio relativo al tempo indeterminato è positivo (+15.100) e sostanzialmente in linea con quello dell'analogo periodo del 2024, nonostante la frenata registrata nell'ultimo mese, soprattutto sulle nuove assunzioni. Saldo positivo ma in ridimensionamento per il tempo determinato, che registra 41.200 contratti in più da inizio anno (nel 2024 erano stati 47.000 in più), con una diminuzione delle attivazioni (-1%) e un aumento di cessazioni (+2%) e trasformazioni a tempo indeterminato (+6%). Prosegue la contrazione dell'apprendistato: poco meno di 17.000 avviamenti nel corso del 2025 (-7%), con un saldo di 610 contratti in più da inizio anno a fronte dei +1.700 dell'anno precedente.
Il calo della domanda di lavoro interessa prevalentemente le donne (-5%), i lavoratori italiani (-4%) e quelli di età compresa tra i 30 e i 54 anni (-5%), mentre andamenti positivi si registrano per lavoratori stranieri e over 55 (entrambi +3%). Tra le donne diminuisce lievemente il part-time, la cui incidenza sul totale delle assunzioni si mantiene tuttavia particolarmente elevata (47% per le donne e 22% per gli uomini). Anche in termini territoriali, il saldo relativo ai primi cinque mesi dell'anno risulta positivo ma in ridimensionamento rispetto all'analogo periodo del 2024, soprattutto a Venezia, Vicenza, Rovigo e Padova.
L'eccezione, in negativo, è rappresentata da Belluno con -2.600 posizioni lavorative dipendenti, dato fisiologico in questo periodo dell'anno per gli effetti della stagionalità. In calo anche la domanda di lavoro: -5% a Belluno e Vicenza, -4% a Padova e Rovigo e -1% nelle altre province. Andamento più diversificato a maggio, che fa registrare dinamiche positive a Belluno, Venezia e Vicenza, e negative a Padova, Rovigo e Verona. Andamento occupazionale sostanzialmente stabile nell'ultimo mese, invece, nella provincia di Treviso. I settori più in difficoltà si confermano essere quelli del made in Italy, che nel suo complesso registra un calo delle assunzioni pari al -5% e un saldo lontano da quello del 2024 (+623 dipendenti).
Ad incidere sono soprattutto la contrazione del sistema moda, che in cinque mesi perde 500 posti di lavoro, e dell'occhialeria (-250 posti di lavoro e assunzioni -47%). Segnali di una nuova flessione si fanno evidenti anche nel comparto dell'automotive. In controtendenza il legno-mobilio, che vede aumentare sia i posti di lavoro (+250) che le assunzioni (+2%). Nel terziario il saldo del periodo gennaio-maggio (+43.400 unità) è inferiore allo scorso anno (+48.500), soprattutto per effetto del ridimensionamento del bilancio occupazionale nel settore delle attività turistiche (+29.800) e nel commercio al dettaglio (+1.800) e all'ingrosso (+1.500), oltre che nei servizi di pulizia (+1.900), tutti settori che registrano un calo più o meno rilevante anche in termini di assunzioni.