Attualità di Redazione , 18/06/2025 8:30

Zaia: "Le proteste per il matrimonio di Bezos a Venezia vanno contro la storia"

Jeff Bezos e Lauren Sanchez
Jeff Bezos e Lauren Sanchez

"Io mi batterò sempre perché ciascuno possa esprimere le sue idee. Ma lo striscione con il nome sbarrato di Jeff Bezos sul campanile dell'isola di San Giorgio e sul ponte di Rialto sono un'altra cosa: una comunicazione di Venezia che non si può accettare". Lo spiega al Corriere della Sera il governatore del Veneto Luca Zaia in merito alle polemiche sul matrimonio in laguna del fondatore di Amazon che "semplicemente, sono il contrario della nostra storia". "Quella della Serenissima repubblica è una storia cosmopolita, di apertura: abbiamo i fondaci dei tedeschi, dei turchi, il ghetto più antico del mondo", rimarca. Il problema dell'overtourism a Venezia però è reale.

"Lo è. Ci sono 10 milioni di visite all'anno, è Patrimonio dell'Umanità. Certo, Venezia si merita un turismo programmato, abbiamo picchi di 150 mila presenze al giorno - prosegue -. Ma le nuove tecnologie, in una città con soli tre varchi, ci permettono di programmare i flussi. Che certamente non possono essere in base al censo. Ma francamente, a me questa pare una protesta del tutto ideologica". Perché di matrimoni di richiamo ce ne sono già stati a Venezia ricorda Zaia, "George Clooney, François-Henri Pinault e Salma Hayek, Alexandre Arnault, Elton John e parecchi altri. Certo, a questo matrimonio potrebbe arrivare anche Donald Trump...Forse, se Bezos non fosse vicino al presidente Usa, non sarebbe successo", sottolinea. Tra chi ha protestato, c'è anche l'associazione dei partigiani, l'Anpi).

"Personalmente, per la sua storia, io ho un grandissimo rispetto per l'Anpi e per la grande lotta della Resistenza e contro il nazifascismo che ci ha permesso di chiudere una pagina terribile della nostra storia, deportazioni e leggi razziali - conclude -. Penso solo che chi è stato partigiano abbia accolto a braccia aperte gli Stati Uniti che arrivavano nel 1945".