Cronaca di Redazione , 07/06/2025 7:43

Cgia, scatta il Tax Freedom Day 2025: da oggi i veneti lavorano (idealmente) per sé stessi

Imposta e tasse
Imposta e tasse

Dopo 156 giorni dall’inizio dell’anno, sabati e domeniche inclusi, i contribuenti veneti possono idealmente tirare un sospiro di sollievo: ieri, 6 giugno, è scoccato il Tax Freedom Day, ovvero il giorno in cui – almeno in teoria – si smette di lavorare per il fisco e si inizia a farlo per sé stessi. A calcolarlo è come ogni anno l’Ufficio studi della CGIA di Mestre. Il dato è simbolico, ma rende l’idea: fino al 5 giugno, tutto il reddito prodotto è andato a coprire imposte, tasse e contributi. Solo da oggi, quindi, ogni euro guadagnato può considerarsi "libero". In Italia, il peso fiscale resta tra i più elevati d’Europa, con una pressione stimata al 42,7% del PIL per il 2025 – un dato in lieve aumento rispetto all’anno scorso, ma che potrebbe essere ritoccato al ribasso considerando alcune novità introdotte con l’ultima Legge di Bilancio.

PER 162MILA VENETI IL FISCO È OPTIONAL C’è però chi questo traguardo non lo raggiunge né lo considera: sono circa 162.000 i lavoratori irregolari in Veneto, secondo le ultime stime Istat. Persone occupate in nero, senza contratto o partita IVA, che non versano un euro al fisco. Un fenomeno nazionale che coinvolge quasi 2,5 milioni di italiani, con punte record in Lombardia, Lazio e Campania.

COME SI CALCOLA IL TAX FREEDOM DAY Il calcolo parte dalla stima del PIL annuo (2.256 miliardi di euro), suddiviso per i 365 giorni dell’anno. Ogni giorno, in media, il Paese produce 6,2 miliardi. Con entrate tributarie e contributive attese per 962,2 miliardi, si arriva così a 156 giorni necessari per finanziare la spesa pubblica.

LE STAGIONI DEL FISCO: DAI RECORD DI MONTI AL CALO CON BERLUSCONI Negli ultimi trent’anni, la pressione fiscale più bassa si è registrata nel 2005 con Berlusconi (38,9%), la più alta nel 2013 con Monti e Letta (43,4%). Per il 2025, la pressione stimata è al 42,7%, ma scenderebbe al 42,5% se si considerassero gli effetti del nuovo “bonus” ai lavoratori con redditi sotto i 20mila euro. In questo caso, il Tax Freedom Day sarebbe caduto un giorno prima.

ATTENZIONE ALLE LETTURE SBAGLIATE Un’ultima precisazione: l’aumento della pressione fiscale non è legato necessariamente a più tasse. Tra decontribuzioni, bonus Irpef e aumenti di reddito da lavoro, le entrate fiscali crescono anche per effetto della buona congiuntura. Gli inasprimenti veri? Pochi e marginali, come quelli su tabacchi, cripto e alcune detrazioni.

ITALIA TRA I PIÙ TASSATI D'EUROPA Nel confronto con l’Unione Europea, l’Italia resta tra i Paesi più tartassati: sesta su 27 per pressione fiscale. Solo Danimarca, Francia, Belgio, Austria e Lussemburgo fanno peggio. Mentre un lavoratore italiano lavora 156 giorni l’anno per il fisco, in Germania ne bastano 149, in Spagna appena 136. Per il Veneto, dove l’export è un motore economico fondamentale, subire una tassazione più alta rispetto a competitor come Germania e Spagna rappresenta un serio svantaggio competitivo – soprattutto per le imprese più piccole.