In Italia solo un paziente su 3 accede a cure palliative

In Italia, 9,8 milioni di persone soffrono di dolore cronico dovuto a diverse cause, dall'emicrania all'artrosi, dai tumori alle lombalgie. Circa 550mila persone, tra cui oltre 30mila minori, necessitano invece di cure palliative che le accompagnino verso la fine della vita, ma solo una su tre ha accesso a queste terapie e con forti differenze regionali.
La Legge 38 del 2010 sancisce il diritto a non soffrire inutilmente, ma la sua applicazione procede a rilento: le informazioni sono scarse e i pazienti disperdono spesso tempo e risorse alla ricerca di soluzioni. Medici e infermieri, in vista del 25 maggio, Giornata del Sollievo, chiedono azioni concrete per far sì che il diritto non resti solo sulla carta, mentre gli anestesisti parlano di una "legge disattesa". "Curare è sempre possibile, alleviare le sofferenze è doveroso, anche nei confronti di chi non ha prospettive di guarigione", commenta il presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli.
Di fatto, gli ultimi dati inseriti nei flussi ministeriale Siad e Hospice per il 2023, riporta la Società italiana cure palliative, parlavano di una situazione molto difforme tra regioni: se la media nazionale è ancora al 33%, il Trentino è in testa con oltre il 70% di copertura del fabbisogno, seguito da Veneto con il 55%, quindi Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna sopra il 40%, Lazio e Umbria tra 39 e 36%. Puglia al 33%, Friuli Venezia Giulia al 31%, Sicilia al 23%. Di contro, in Sardegna non raggiunge il 5% (4,3%), in Calabria appena il 6,4%, in Campania e nelle Marche circa l'8,5%.
“C'è una difformità grave ma siamo in uno scenario in continua evoluzione - spiega Gianpaolo Fortini, presidente Sicp - abbiamo ottenuto molti risultati, anche se la strada è ancora lunga". Altro punto critico è che la Legge 38 prevede l'invio di una relazione annuale da parte del ministero della Salute al Parlamento sullo stato della sua attuazione ma, denuncia Tonino Aceti, presidente di SalutEquità, "l'ultima risale al 2019 e si riferisce al periodo 2015-2017. L'assenza di dati aggiornati è grave perché impedisce di individuare le criticità su cui intervenire".
Preoccupazione arriva anche Silvia Natoli, responsabile Medicina del dolore e cure palliative della Società italiana di anestesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti): "La norma è stata disattesa, come dimostra anche la difficoltà di organizzare una rete territoriale che indirizzi agli specialisti. Le reti per la palliazione nel fine vita sono abbastanza strutturate, anche se hanno lacune. Ma per il trattamento del dolore cronico in pazienti con lunga aspettativa di vita è stato fatto meno: c'è una dispersione delle risorse, con viaggi della speranza verso specialisti non integrati in una rete, spesso senza l'indirizzamento del medico di famiglia".
Per questo Siaarti ha attivato un numero verde (800 624 244) che indirizza i cittadini al centro di terapia del dolore più vicino. Per la Giornata, promossa dalla Fondazione Ghirotti e che quest'anno ricade nel centenario della nascita dell'oncologo Umberto Veronesi, sono previsti oltre 200 eventi in tutta Italia, tra cui incontri a porte aperte e iniziative di sensibilizzazione con esperti.