Attualità di Redazione , 13/05/2025 5:30

In Italia oltre 43mila infermieri stranieri: +47% dal 2020

Un’infermiera
Un'infermiera

Al 30 aprile 2025 sono 43.600 gli infermieri stranieri presenti in Italia, di cui 26.600 iscritti regolarmente all'albo professionale. Un aumento del 47,3% dal 2020, spinto anche dalle disposizioni del Decreto Cura Italia e del Decreto Ucraina, che hanno agevolato l'ingresso di oltre 17.000 professionisti sanitari stranieri, oltre che dalla carenza di personale. A evidenziarlo l'ultima indagine coordinata da Foad Aodi, medico, giornalista internazionale, esperto di salute globale, Direttore dell'Aisc, membro del Registro esperti Fnomceo, come ricordato da una nota di Amsi, Umem, Co-mai, Usem e Movimento Uniti per unire, in collaborazione con Aisc News, in occasione della Giornata internazionale degli infermieri.

Secondo l'indagine Amsi-Umem-Uniti per Unire-Aisc, le principali comunità infermieristiche straniere in Italia provengono da Romania (12mila), Polonia, Albania, India e Perù, con una presenza significativa in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Campania. A livello europeo anche Francia, Germania e Regno Unito affrontano una crescente dipendenza dagli infermieri di origine straniera. L'Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia) e le 95 organizzazioni aderenti auspicano un'intensificazione della collaborazione con la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), guidata dalla presidente Barbara Mangiacavalli, con cui negli ultimi anni sono già stati avviati "numerosi confronti e incontri costruttivi".

"Collaboriamo con la Fnopi da anni, come con tutti gli altri albi professionali", commenta Aodi. "Bisogna regolarizzare tutti i professionisti della sanità entrati con i decreti emergenziali, rafforzare i corsi di lingua italiana, l'aggiornamento professionale con l'Ecm (Educazione continua in medicina), e favorire l'iscrizione all'Albo. Non si può restare precari per sempre, né immigrati per sempre".