Schwarzer torna in gara a 40 anni, 10km marcia in Veneto

Vent'anni fa, a Helsinki, un marciatore ventenne conquistò l'unica medaglia azzurra dei Mondiali 2005. Oggi, mezza vita dopo, lo stesso atleta scenderà in pista per la fase regionale dei Campionati assoluti di società a San Biagio di Callalta (Treviso). In mezzo un oro olimpico sulla 50 km di marcia e altre medaglie pregiate, ma anche due squalifiche per doping, quasi 12 anni di stop e una lunga vicenda sportiva e legale che ha spaccato in due l'Italia dell'atletica e non solo.
Alex Schwazer torna alle gare. Dismessa la divisa azzurra e indossati i colori dell'Atletica San Biagio, sarà al via della 10.000 di marcia. "L'anno scorso si è tesserato con noi, è nata un'amicizia e si è tesserato anche per il 2025. Non è più un professionista, lavora, lo fa a livello amatoriale. Non so a che livello di preparazione sia - racconta Silvano Tomasi, presidente della società dilettantistica - Viene per gareggiare più in amicizia che per altro. Ne avevamo parlato questo inverno, aveva detto che ci avrebbe coperto la gara". Per questo genere di competizione a squadre, è manna dal cielo: "L'anno scorso eravamo senza marciatore, quest'anno abbiamo Schwazer... fa sorridere. Siamo tutti emozionati di averlo qua a San Biagio, già l'anno scorso era stato nostro ospite per i Campionati di società Allievi (under 18, ndr)".
Schwazer venne squalificato una prima volta nel 2012 per positività all'epo, a pochi giorni dalla marcia olimpica di Londra. Confessò il doping, si prese tre anni e nove mesi di squalifica e patteggiò otto mesi in sede penale. Nel 2015 iniziò il suo sodalizio col tecnico Sandro Donati, storico paladino della lotta al doping. L'anno successivo, pochi giorni dopo aver terminato di scontare la squalifica, scese in strada e stravinse la 50 km dei Campionati del mondo a squadre di marcia, ipotecando il pass per i Giochi di Rio. Ma passarono poche settimane e una nuova positività, stavolta al testosterone, gli stroncò definitivamente la carriera.
Donati e Schwazer hanno sempre negato con forza l'uso di sostanze illecite, ipotizzando un complotto ordito contro di loro. E il Tribunale di Bolzano, che archiviò il campione altoatesino in sede penale "per non aver commesso il fatto", ritenne "accertato con altro grado di credibilità" che i campioni di urina nel 2016 fossero stati alterati per farlo risultare positivo. Ma la giustizia sportiva ha confermato a tutti i livelli gli otto anni di squalifica.
L'anno scorso, scontata la squalifica, l'ex azzurro è tornato in pista per una 20 km di marcia organizzata ad hoc ad Arco, in Trentino, dalla testata specializzata online Queen Atletica. Si è fermato dopo 14 chilometri per la sciatalgia. Voleva "fare vedere ai miei figli cosa faceva il loro papà", ha raccontato. Doveva essere il ritorno e l'addio alle gare: "Questa è stata la mia ultima gara da atleta. Sono nato atleta e lo resterò per sempre. Se vorrò a 50 anni parteciperò alle gare di paese". O, appunto, ai campionati di società.