Cronaca di Redazione , 03/12/2024 15:03

LA GIORNATA | Filippo Turetta condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin

Filippo Turetta in aula
Filippo Turetta in aula

Venezia. Nell'aula della Corte d'Assise l'ultima udienza del processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. L’imputato è l’ex fidanzato Filippo Turetta: il 23enne,  reo confesso, è accusato di omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà, dal rapporto affettivo e dallo stalking. Il giovane, originario di Torreglia, dal 25 novembre 2023 è rinchiuso nel carcere di Verona. Per lui la Procura ha chiesto l'ergastolo. 

ORE 16.20: "Non ci si può certo dire soddisfatti di una sentenza, noi abbiamo il nostro dolore e ce lo portiamo, fino alla tomba" ha detto la nonna di Giulia Cecchettin, Carla Gatto, all'esterno del tribunale di Venezia. "Non si prova più niente", ha aggiunto.

ORE 16.10: Non si fa attendere la reazione di Gino Cecchettin, papà di Giulia: “Abbiamo perso come società, io come essere umano mi sento sconfitto, come papà non cambia niente perché ho perso tutto. Spero non ci siano altri papà che devono affrontare una situazione del genere in futuro. Dobbiamo aiutarci tutti per mettere fine alla piaga dei femminicidi”. 

ORE 16.03: FILIPPO TURETTA CONDANNATO ALL'ERGASTOLO. Filippo Turetta, 23 anni, è stato condannato all'ergastolo per il femminicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l'11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia. La sentenza della Corte d'assise di Venezia è stata letta dal presidente del Collegio Stefano Manduzio.
Il collegio ha escluso le aggravanti della crudeltà e del reato di minacce, previsto dall'articolo 612 bis del codice penale, unificati dal vincolo della continuazione. Oltre alle interdizioni di legge, è stato disposto un risarcimento alle parti civili con il pagamento di una provvisionale di 500mila a Gino Cecchettin, 100mila ciascuno ai fratelli Elena e Davide, 30mila ciascuno alla nonna Carla Gatto e allo zio Alessio, oltre alle spese di costituzione legale. Le motivazioni verranno depositate entro 90 giorni.
Durante la lettura Turetta non ha manifestato nessuna reazione, è rimasto sempre a testa bassa ed è stato portato via subito dopo. 

La corte d'Assise di Venezia ha anche ‘interdetto’ l'imputato dai pubblici uffici e ha ordinato “la pubblicazione della sentenza di condanna mediante affissione nel Comune di Venezia, nel Comune di Vigonovo e nel Comune di Torreglia”.

ORE 16.00 La camera di consiglio della Corte d'Assise di Venezia, riunita per decidere della sentenza a carico di Filippo Turetta, è tornata in aula dopo oltre 5 ore. 
Il presidente della Corte d'Assise di Venezia, Stefano Manduzio, a breve dovrebbe pronunciare la sentenza.

ORE 15.30 I giudici sono riuniti in camera di consiglio da 5 ore: si prevede possano presentarsi in aula per pronunciare la sentenza per Filippo Turetta intorno alle 16, salvo ulteriori ritardi.

ORE 14 La lettura della sentenza è prevista per le ore 16: posticipato di un'ora quindi l'appuntamento previsto con il verdetto

ORE 13 A Venezia ci sono i familiari di Giulia Cecchettin indossano anche oggi una spilla con il volto della studentessa. Papà Gino e lo zio Alessio hanno appuntato anche un fiocco rosso. La famiglia di Giulia sta trascorrendo l'attesa per la sentenza vicino al tribunale veneziano. Nel gruppo di famigliari c'è la nonna della ragazza, Carla Gatto. Non sono presenti, così come nelle altre udienze, i fratelli di Giulia: Davide e Elena Cecchettin

ORE 12 Filippo Turetta sarà in aula quando verrà letta la sentenza: il giovane è vestito con una felpa grigia, a differenza della precedente udienza quando indossava una felpa rossa che aveva fatto discutere (era il giorno della giornata internazionale della violenza contro le donne, e il rosso è il colore simbolo della lotta ai soprusi). In aula, Filippo Turetta tiene costantemente lo sguardo basso. E' arrivato stamattina scortato dagli agenti della polizia penitenziaria (QUI le immagini dell'arrivo a Venezia)

ORE 11.30 QUI le dichiarazioni di Andrea Camerotto fuori dalla Corte d'Assise: tutta l'intervista 

ORE 11.10 A Venezia anche Emanuele Compagno, primo avvocato difensore di Filippo Turetta. Poi il mandato all'avvocato Caruso. Ai nostri microfoni le sue dichiarazioni: “Sicuramente è stato un caso che ci ha toccato molto e per il quale abbiamo lavorato in maniera molto intensa per il tempo che ci è stato concesso. Sì, all'inizio non pensavamo che questo caso potesse avere un eco mediatico così significativo. La settimana di lavoro è stata difficile anche per me: mi sono sentito nell'occhio del ciclone e la pressione è stata molta. Cosa mi attendo? Voglio solo ascoltare quello che la Corte dirà". Sul fatto che il caso abbia scosso l'opinione pubblica l'avvocato Compagno ha detto: “Perché Giulia e Filippo potevano essere i figli di tutti: bravi ragazzi, studiosi… andavano all'università di Padova che è un Ateneo prestigioso. Poi si è scoperto che Filippo era un assassino di un grave episodio. La cosa ci ha scosso l'animo: lei era una ragazza che tutti amavano e stimavano. E' stato come svegliarsi ad un certo punto e rimanere shockati da quanto successo”. L'avvocato Compagno ha parlato con Turetta quando è stato catturato in Germania. "Ovviamente non posso dire quanto ci siamo detti nella telefonata - ha detto Compagno - Ma il suo modo di porsi è stato quello che poi si è visto nei giorni seguenti: molto provato, e sempre più consapevole di quanto di orribile commesso”. 

ORE 10.40 “Un ricordo di Giulia? Quello più bello che mi rimane è quanto ho pubblicato l'altro giorno Giulia: un audio dove si preoccupa della sua famiglia. La sua voce dolce è quanto ci rimarrà”. Così, ancora, lo zio di Giulia, Andrea Camerotto, fuori dalla Corte d'Assise. Camerotto ha ricordato che ad un anno di distanza la famiglia è ancora destinataria di tanti messaggi di vicinanza e che la storia è diventata stimolo per denunce. “Quanto abbiamo raccontato durante una settimana di ricerche ha permesso a Giulia di essere conosciuta e amata dall'Italia intera”. 

ORE 10.35 Fuori dalla Corte d'Assise parla in diretta Andrea Camerotto: “Per questo processo ovviamente abbiamo delle aspettative ma attendiamo la sentenza giusta. Filippo resterà quello che è: lui rimarrà sempre l'assassino di Giulia, lo sarà sempre e questo è il suo più grande peso. Le sue lacrime in aula? E' già passato un mese… io non l'ho sentito emotivamente vicino alla tragedia che ha creato. Probabilmente si è reso conto di quanto successo anche grazie al lavoro dei suoi avvocati. Non so quanto sia realmente consapevole che trascorrerà tutta la vita dietro le sbarre, la sua giovinezza soprattutto. Non ha mai nominato Giulia nel suo interrogatorio, forse una volta. L'ha nominata poche volte anche nel suo memoriale, che io ritengo insulso… da ragazzetto immaturo. E poi lui l'ha detto in aula: Non mi sento di chiedere scusa. Quindi? Io non sono per il perdono. In quei giorni si leggeva la notizia, si assaporava la disgrazia, avevamo una piccola speranza ma…” Ancora Camerotto su Turetta. “Io non voglio parlare con Filippo: per me non esiste più. La sua famiglia dice che è sangue del loro sangue e lo seguiranno com'è giusto che sia. Io penso alla mia famiglia. Non mi faccio coinvolgere da altre situazioni”. E sulle attenuanti: “La crudeltà c'è stata e l'abbiamo vista sotto tanti aspetti: da Vigonovo a Fossò, tanto per iniziare, con la prima aggressione e con le tracce di sangue ancora lì al lunedì mattina”. E sulla relazione malata tra Filippo e Giulia, una difficoltà che non è stata intercettata dalla famiglia. “Non ero a conoscenza di problemi che interessassero mia nipote. Evidentemente, Giulia ha cercato di uscire dalla situazione da sola senza coinvolgerci. Non potevamo sapere che lui fosse quello che poi è stato. L'avrò incrociato un paio di volte. Si presentava come un ragazzo per bene e noi non eravamo pronti a immaginare che quel rapporto potesse scaturire quello che è successo”. 

ORE 10.20 “Per noi è una giornata di attesa – ha detto a Fanpage.it Andrea Camerotto, zio materno di Giulia Cecchettin -, è in realtà stato un anno di attesa, ma come ha detto Gino poco ci interessa che fine farà Filippo Turetta, per noi l’interesse è un altro, che sia fatta giustizia per Giulia, noi non siamo abituati a decidere della vita degli altri, mentre qualcuno lo ha fatto”. 

ORE 10 Stretta di mano e breve conciliabolo stamattina nell'aula del Tribunale di Venezia tra Gino Cecchettin e l'avvocato Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, dopo le polemiche seguite all'arringa del legale che, secondo Cecchettin, aveva "umiliato la memoria di Giulia". Lo riporta ANSA. Il breve incontro si è tenuto prima dell'inizio dell'udienza, che ha portato poi il collegio a riunirsi in camera di consiglio per la sentenza. Né Cecchettin, né Caruso hanno rilasciato dichiarazione, eccetto una breve battuta del legale di Turetta: "mi ha fatto molto piacere potermi chiarire".

ORE 9.45 Nessuna replica. I giudici della corte d'Assise di Venezia si sono ritirati in camera di consiglio per decidere sul destino di Filippo Turetta. Nella requisitoria il pm Andrea Petroni ha chiesto l'ergastolo per Filippo Turetta. La difesa, rappresentata dagli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, ha chiesto di escludere le aggravanti: premeditazione, crudeltà e atti persecutori. E di tener conto della giovane età e dall'assenza di precedenti e di non condannarlo al fine pena mai. "La sentenza non ci sarà prima delle ore 15" è l'indicazione del giudice togato Stefano Manduzio che presiede la Corte. 

ORE 9.40 Presenti il papà della vittima, Gino Cecchettin, la nonna Carla Gatto e gli zii. 

ORE 9.30: Stando alle prime informazioni raccolte in tribunale il pm Andrea Petroni non replicherà all’arringa degli avvocati Caruso e Cornaviera, difensori di Filippo Turetta. A questo punto anche i legali di parte civile e della difesa non prenderanno la parola. Filippo Turetta sarà presente in aula ma non farà “dichiarazioni spontanee”, la ha detto l'avvocato Caruso.

E' plausibile pensare che la giuria popolare, il presidente della Corte Stefano Manduzio e la giudice a latere Francesca Zancan si riuniranno presto in Camera di Consiglio per vedere tutti gli atti - autopsie, immagini, video, rileggere le dichiarazioni - e poi prendere una decisione. La sentenza dovrebbe arrivare nel pomeriggio.