Cronaca di Redazione , 25/09/2024 8:25

Turetta a genitori: Ho peggiorato il mondo, rinnegatemi

Filippo Turetta
Filippo Turetta

C'è un Turetta feroce assassino, raccontato nelle carte degli inquirenti, e un Turetta prostrato, in ansia per i genitori, raccontato negli scritti che inviò loro durante i giorni trascorsi nel carcere di Halle, subito dopo il suo arresto in Germania. Lasciando a chi ne ha il compito capire se le due immagini possono stare assieme, Filippo Turetta, allo stato degli atti, è quello sotto processo in Corte d'Assise a Venezia, accusato dai magistrati di aver massacrato con 75 coltellate l'ex fidanzata, Giulia Cecchettin, appena 22enne. Il Turetta che il 19 novembre 202, dal penitenziario di Halle, scrive ai genitori dopo che la polizia tedesca ha messo fine alla sua fuga, pare del tutto conscio dell'orrore di cui si è macchiato: "ho un po' di paura a tornare in Italia - scrive al padre e alla madre - Non sapevo e non avrei mai immaginato tutto questo. Ho generato tanto odio e rabbia. E me li merito, sì... ma tutto questo è terribile... ho peggiorato il mondo in qualche modo". Scrive poi di Giulia: "ho perso la persona più importante della mia vita, la persona che è tutto per me e alla quale da due anni penso ininterrottamente, la persona più bella e speciale io potessi mai incontrare in tutta la vita. E tutto questo per colpa mia. Mi merito tutto questo". Le ragioni di ciò che fatto, però, non le spiega: "Io non volevo, non so perché l'ho fatto, non avrei mai pensato o voluto succedesse niente del genere. Io non sono cattivo lo giuro" Sa tuttavia Filippo che nulla per lui potrà essere come prima: "tutte le fantastiche e meravigliose persone che ho conosciuto, tra cui tutti i miei amici speciali, non li rivedrò mai più e loro non vorranno più vedermi, dimenticandomi per sempre. Non potrò più finire di laurearmi, conoscere persone, avere una famiglia". E qui, sostenendo di aver provato più volte a suicidarsi, senza trovarne il coraggio - "sono stato ore seduto in macchina puntandomi il coltello alla gola o al torace" - invita i genitori a dimenticarlo: "Non esiste perdono o qualcosa del genere per questo, e io non lo merito. Capirei e accetterei se voi voleste dimenticarmi e rinnegarmi come figlio. Vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore".