Attualità di Redazione , 25/09/2024 20:00

Anp Veneto e Cia Veneto, raccolte 20mila firme per una "Reale sanità pubblica in Veneto"

Oss, Operatore Socio Sanitario

Fino a due anni di attesa per una visita specialistica o per un intervento, una cronica carenza di medici di base (sono oberati di lavoro e, a motivo di questo, non sempre riescono a garantire la giusta attenzione al singolo paziente), scarsi servizi sanitari nelle aree più interne e nelle Terre Alte, in particolare nel Bellunese. Negli scorsi mesi l’Anp, Associazione nazionale pensionati, Veneto e Cia agricoltori Veneto hanno raccolto oltre 20mila firme nei mercati rionali dei Comuni, durante iniziative pubbliche e all’interno degli stessi uffici per “promuovere una reale sanità pubblica, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione”.

Il plico contenente le sottoscrizioni verrà presentato al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e all’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin. “Abbiamo accolto le istanze di migliaia di cittadini, soprattutto anziani e fragili – commenta il presidente di Anp Cia Veneto, Giovanna Gazzetta – Li abbiamo incontrati, arrivando ad una conclusione, che in realtà conoscevamo già: nel comparto sociosanitario regionale vi sono delle evidenti criticità”. Vero che per alcune cure la sanità veneta si distingue per elementi di eccellenza; tuttavia, nella vita di tutti i giorni il pensionato, la persona con disabilità, ma anche il semplice cittadino, fanno fatica a prenotare una visita (lunghissime le liste di attesa, nonostante, ad esempio, le impegnative indichino il termine di 30-60 giorni) o non ricevono adeguate risposte da parte del medico di base.

Una situazione insostenibile, che provoca ansia nelle famiglie. “Chi può permetterselo – aggiunge Gazzetta – si rivolge al privato, con notevoli esborsi. Di certo non il pensionato che vive, o meglio sopravvive, con la minima di 530 euro al mese: a malapena è in grado di mettere insieme il pranzo con la cena”. “La nostra Carta Costituzionale – precisa il presidente – prevede una sanità a carattere universalistico.

Un principio, questo, che nel concreto viene disapplicato”. All’amministrazione regionale, competente in materia, “chiediamo un veloce cambio di passo. Nello specifico nuovi e puntuali investimenti finalizzati a rimettere al centro la sanità pubblica e, soprattutto, il cittadino”. “Ogni giorno ascoltiamo anziani e persone in difficoltà – conclude Gazzetta – Sono preoccupati per il loro futuro e per quello dei loro cari. La Regione non può e non deve voltarsi dall’altra parte di fronte a tale urlo di dolore”.