Politica di Redazione , 03/07/2024 8:00

Liste d’attesa, Camani e Bigon: “Zaia e Lanzarin snocciolano cifre da realtà parallela"

Anna Maria Bigon
Anna Maria Bigon

"Sulle liste d’attesa il presidente Zaia e l’assessore Lanzarin dimostrano per l’ennesima volta di vivere in una realtà parallela. I dati da loro esposti trionfalisticamente in conferenza stampa cozzano innanzitutto con una realtà: in Veneto ad oggi ci sono ancora decine di migliaia di persone che aspettano una visita medica e non è sufficiente cambiare nome al galleggiamento, ribattezzato come pre-appuntamento, per ribaltare questo dato di fatto. La verità è che ci sono moltissime persone che sono escluse dalle cifre illustrate, perché non solo non ricevono l’appuntamento nel momento in cui telefonano ma non sono neppure messe nel pre-appuntamento e vengono liquidate dal CUP con un ‘la richiameremo’, senza essere annotate tra gli utenti in attesa. Lo stesso Direttore Generale Annichiarico, su nostra esplicita richiesta di chiarimento, ha ammesso che si tratta di persone la cui situazione non è calcolata dalle statistiche che vengono presentate”. A dirlo, a nome del gruppo dem, le consigliere regionali del Pd Veneto, Vanessa Camani e Anna Maria Bigon.

“Se è vero che un certo numero di prestazioni è stata recuperata rispetto all’enorme quantità di visite non erogate negli ultimi anni, è altrettanto vero che un intervento così rilevante è arrivato tardi. Basti pensare che solo nelle ultime settimane, in coincidenza con l’approvazione del decreto del governo, la Giunta regionale ha approvato un piano d’azione per intervenire sulle liste d’attesa che poco aggiunge. E se è vero che una parte di prestazioni aggiuntive viene comprata dai dirigenti medici è altrettanto vero che una parte rilevante di queste viene invece acquistata dal privato accreditato. Un fatto che ha aiutato nel contenimento delle liste ma rafforzando ancora una volta la privatizzazione e indebolendo il pubblico”. 

In conclusione Camani e Bigon evidenziano che “tanto la Regione, quanto il governo, continuano a sotto finanziare il comparto sanità. Un materia che è già ampiamente delegata alle Regioni. Ebbene, proprio mentre Zaia sventola la bandiera dell’autonomia, l’altra verità nascosta è che il Veneto è restio ad impegna risorse proprie sulle liste d’attesa: i 40 milioni che l’assessore Lanzarin ha detto di aver investito nel 2024 sono risorse che la Regione ha tolto dal Fondo sanitario nazionale che lo Stato trasferisce alle regioni per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. È ipocrita fare i complimenti ai professionisti della sanità e al tempo stesso, a causa della persistente carenza di personale e dei ritmi pressanti, non mettere queste persone nelle condizioni migliori per svolgere la loro professione. Così come non basta alzare bandiera bianca sui bandi che vanno deserti: bisogna anche dire con chiarezza il perché di quanto accade, evidentemente legato appunto alla scarsissima appetibilità delle condizioni di lavoro. Insomma, dietro il trionfalismo, ci sono molte falle che Zaia cerca di nascondere con la realtà parallela”.