Cronaca di Redazione , 04/07/2024 10:09

Corruzione e turbativa: arrestato generale carabinieri Oreste Liporace, già Comandante a Padova

Il Generale dei Carabinieri Oreste Liporace
Il Generale dei Carabinieri Oreste Liporace

In una inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e del pm milanese Paolo Storari è stata eseguita un'ordinanza di arresti domiciliari a carico di Oreste Liporace, comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, marescialli, brigadieri di Velletri (Roma) per corruzione, turbativa e false fatture su un appalto da quasi 700mila euro per servizi di pulizia della caserma affidato, fino al 2021, all'impresa Fabbro. Lo riferisce Ansa.
Stando all'ordinanza del gip Domenico Santoro, il generale sarebbe stato corrotto con 22mila euro, borse di lusso, noleggi auto, biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano.

Il colonnello Oreste Liporace è stato due anni a capo del comando provinciale carabinieri di Padova, da settembre 2017 a settembre 2019. Nel padovano ha ottenendo numerosi e importanti risultati, sia per quanto riguarda la prevenzione sia la repressione dei reati. Con lui al vertice è stata messa a segno anche l’operazione “Camaleonte” - la più grande operazione di contrasto alla criminalità organizzata condotta nel Veneto sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Venezia -, un duro colpo all’attività di infiltrazione da parte di una cosca della ‘Ndrangheta calabrese, con 33 arresti e sequestri per 8 milioni di euro.

L'INDAGINE Ai domiciliari è finito anche Ennio De Vellis, "imprenditore collegato" a Liporace, ma anche agli imprenditori e fratelli Massimiliano e William Fabbro della Fabbro spa, indagati. L'inchiesta nasce da quella per corruzione che in passato a Milano aveva portato all'arresto di Massimo Hallecker, dipendente di Fiera Milano spa, scattata proprio dalla denuncia di quest'ultima società. Indagine dalla quale erano già venute a galla nel 2022 le "figure degli imprenditori" Fabbro. 
E' emersa, poi, una "relazione" di interessi tra i due fratelli Fabbro e il generale Liporace, documentata anche da "chat acquisite".

APPALTI IN VATICANO Nell'inchiesta milanese, si indaga anche su un presunto traffico di influenze illecite in relazione alla "promessa", non "concretizzata", di "far ottenere" alle società del gruppo Fabbro nel 2022 "appalti all'interno del Vaticano", ma anche uno gestito dai Frati Francescani. E su "un appalto triennale" nel 2020 da 15 milioni di euro "per il servizio di ristorazione presso alcune sedi della presidenza del Consiglio dei Ministri", "effettivamente ottenuto" dalle società dei fratelli Fabbro. Emerge dall'ordinanza del gip Santoro nell'inchiesta della Gdf e del pm Storari.

INDAGATO UN DIRIGENTE DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE Nell'inchiesta milanese, che stamani ha portato all'arresto del generale dei carabinieri Oreste Liporace - con arresto eseguito dai carabinieri del Ros - è indagato per turbata libertà degli incanti, da quanto si è saputo, anche Lorenzo Quinzi, capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Lorenzo Quinzi, capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, avrebbe "interessato 'una ditta che conosco'", ossia quella dell'imprenditore Ennio De Vellis, anche lui da oggi ai domiciliari, per la "messa in sicurezza" per il "pericolo di caduta" di calcinacci dai balconi della sede del Ministero. 
Lo si legge nell'ordinanza firmata dal gip di Milano Domenico Santoro, che riporta anche colloqui intercettati tra Quinzi e lo stesso De Vellis. Parlando con un uomo "non identificato", lo scorso novembre, Quinzi diceva, riguardo al pericolo di caduta dei calcinacci, che avrebbe interessato "una ditta che conosco e gli faccio fare subito questa cosa". E invitava "l'interlocutore", spiega il gip, "ad avvisare il Ministro dell'accaduto". Diceva: "Tu avvisa il Ministro, io sto cercando di parlare anche col Capo Dipartimento". Per De Vellis ci sarebbe stato un "affidamento diretto" dei lavori con procedura di "somma urgenza". Nell'ordinanza anche un capitolo sull'affidamento "diretto del servizio di ripristino e restauro dell'orologio del Mit", altro episodio, scrive il gip, "indagato nell'ambito dei rapporti De Vellis, Quinzi, Adriani (Stefano, ndr)", quest'ultimo funzionario del Ministero delle Infrastrutture, "in riferimento alla gestione degli appalti del Ministero". E poi, sempre negli atti, i rapporti, nel 2023, tra De Vellis e Stefano Adriani anche in relazione ad un "servizio di disinfestazione vespe" e uno "di facchinaggio".

LA NOTA DELLA PROCURA In una nota il procuratore Marcello Viola spiega che oggi "il Comando Provinciale della Giardia di Finanza di Milano ha dato esecuzione a una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari" nei confronti di "un imprenditore laziale", ossia Ennio De Vellis. "Nello stesso contesto i Carabinieri del R.O.S. hanno provveduto a eseguire - si legge ancora - analogo provvedimento a carico di un Ufficiale Generale dell'Arma", ovvero Oreste Liporace. Entrambi sono indagati "per i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti". Nel procedimento penale "risultano altresì indagati in stato di libertà altri imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici di Amministrazioni centrali dello Stato". 
Le indagini si sono "concentrate su illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici in cambio di denaro e altre utilità, nonché mediante la concertazione dei soggetti economici fittiziamente partecipanti alle procedure di gara". Sono in corso "perquisizioni e acquisizioni di atti in varie province d'Italia, presso enti pubblici, persone fisiche e società a vario titolo coinvolte nelle vicende oggetto di approfondimento giudiziario".