Cronaca di Redazione , 04/06/2024 6:25

In Italia il 40% delle donne vittima di ricatti o molestie sul posto di lavoro

Molestie e minacce sul posto di lavoro
Molestie e minacce sul posto di lavoro

“Secondo i più recenti dati Istat (2018) si stima in 8 milioni e 816 mila (43,6%) il numero delle donne che, nel corso della loro vita, sono state vittime di molestie e di ricatti sessuali in ambito lavorativo. Sono 3 milioni e 118 mila le donne che le hanno subite nei tre anni precedenti all'indagine, cioè il 15,4%. L’ISTAT ha inoltre evidenziato che quando una donna subisce un ricatto sessuale, nell’80,9% dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro, un dato in linea con quello rilevato nella prima indagine del 2008-2009 quando questa percentuale era dell’81,7%”.

Una vera emergenza nazionale quella presentata attraverso i dati Istat da Mauro Rossato Presidente di Vega Formazione, leader nella diffusione della cultura e della sicurezza sul lavoro da oltre un trentennio. Ed è proprio per la gravità di questa situazione che ha deciso di organizzare, con il patrocinio dell’AIESiL (Associazione Imprese Esperte in Sicurezza sul Lavoro e Ambiente), un seminario rivolto a datori di lavoro, RSPP e consulenti per la sicurezza. Un pionieristico approccio che consente una valutazione del rischio molestia e violenza grazie all’intervento di esperti di sociologia e psicologia del lavoro.
A loro sarà affidato il compito, il 13 giugno, di esplorare e trasferire ai 1.500 iscritti online da tutta Italia una innovativa metodologia per la valutazione del rischio di violenze e molestie nei luoghi di lavoro. Un itinerario didattico che passerà attraverso l’analisi del contesto, le misure di prevenzione e protezione e l’integrazione vera e propria della valutazione del rischio di molestie e violenze. “Ciò a cui puntiamo in questo percorso formativo – sottolinea Mauro Rossato – è proprio una maggior diffusione dell’integrazione del rischio violenze e molestie nel documento di valutazione del rischio in tutte le realtà produttive del nostro Paese. Perché siamo convinti che la prevenzione sia il primo e più efficace strumento di tutela nei confronti dei lavoratori. E siamo altrettanto certi che questa nostra metodologia valutativa contribuirà a portare ricadute positive e virtuose anche al di fuori dell’ambito professionale”.