Cultura di Redazione , 23/03/2022 10:20

L'inferno di Dante in versione multimediale: parte la mostra ai bastioni, un robot farà da guida

Foto robot
Robot guida

Due mesi di multimedialità, cultura, spettacolo per un viaggio speciale nell’inferno dantesco. Si tratta della mostra/evento “Il mio inferno. Dante profeta di speranza”, in programma dal 29 marzo al 29 maggio al Bastione delle Maddalene, in vicolo Madonnina a Porta Vescovo. Un appuntamento unico dedicato al Sommo Poeta. Un viaggio tra i gironi danteschi, per i giovani e con i giovani, nato per avvicinare e appassionare le nuove generazioni alla lettura della “Divina Commedia”. L’evento è organizzato da Associazione Rivela con Comune di Verona, Casa Editrice Cento Canti e Diocesi di Verona.

Apertura ufficiale martedì 29 marzo, ore 11, al Bastione delle Maddalene. Alle ore 20.45, al Teatro Camploy, in via Cantarane 32, serata spettacolo “Il mio inferno. Retroscena da una mostra” alla presenza del curatore Franco Nembrini, di un gruppo di studenti-guide e del robot umanoide NAO. Conduce l’evento Nicolò Brenzoni.

Esposizione multimediale. La mostra si avvale di due contributi fondamentali, quello del curatore Franco Nembrini, saggista e pedagogista, e quello del fumettista e illustratore Gabriele Dell’Otto. L’esposizione si sviluppa su una superficie di 500 metri quadri. Tra i tunnel e i cunicoli del Bastione delle Maddalene, il visitatore si trova ad attraversare l’Inferno dantesco, immergendosi in un percorso multisensoriale fatto di proiezioni di immagini, video e suoni.

Sono 35 le tappe, scandite da altrettante illustrazioni accompagnate da approfondimenti e riflessioni. Emerge chiaro il legame tra il poeta e la città scaligera, dove fu accolto durante il suo esilio (prima dal 1303 al 1304, quindi dal 1313 al 1318); il vagare per la “selva oscura”, nella quale Dante incontra Virgilio, poi il passaggio della Porta dell’Inferno; lungo i gironi, si susseguono gli incontri, tra gli altri con Paolo e Francesca, Cerbero, Farinata Degli Uberti e Lucifero.

Parte integrante dell’evento è, in esclusiva per Verona, l’opera “El Dante”, realizzata dallo scultore Adelfo Galli. È la raffigurazione di un uomo stupito, travolto e commosso dall’incontro con Beatrice, tanto da cambiare la coscienza che ha di se stesso e di tutta la realtà. Lo scultore rappresenta la processione a cui il Sommo Poeta assiste nel paradiso terrestre (canti XXIX e XXX) del “Purgatorio”. Il mitologico grifone guida il carro della Chiesa, su cui è assisa Beatrice, protetta dai quattro evangelisti (l’aquila, l’angelo, il bue e il leone; la scena è allietata dalla danza delle tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) e dal tripudio di un popolo numeroso. La mostra segue il filo conduttore delle straordinarie illustrazioni realizzate da Gabriele Dell’Otto per il volume di Franco Nembrini sull’Inferno dantesco.

Percorso espositivo. Nella sua parte iniziale, la mostra si sofferma su due prospettive: dapprima fa prendere coscienza che l’esistenza dell’uomo è “una selva oscura” caratterizzata dalla paura, dall’insoddisfazione, dalla solitudine e dal fatto che tutti i tentativi umani, anche i più ardimentosi sono caratterizzati dal fallimento, dalla constatazione che l’uomo da solo non è in grado di dare un senso al suo vivere. In seguito, rende evidente come Dio non abbandoni l’uomo nel suo limite: nel momento in cui chiede aiuto (“Miserere di me”), Dante viene affiancato da una guida, Virgilio, che conduce il poeta attraverso il complesso e difficile viaggio verso la luce. In questo viaggio Dante incontra il male prodotto dall’uomo contro se stesso e gli altri, fino al male assoluto, Lucifero.

La mostra rappresenta questo viaggio soffermandosi su alcuni dei personaggi che il poeta incontra nella visita dei vari gironi infernali, riflettendo sui dannati e sui loro peccati; descrivendo in modo mirabile l’intero orizzonte umano. Lo sguardo appare però sempre teso al bene: la constatazione dell’abisso del male umano non sfocia mai nel nichilismo o nell’indifferenza, nemmeno nell’atmosfera opprimente e ghiacciata di Lucifero. La prospettiva rimane sempre quella del Cristianesimo: affermare la speranza anche nel momento del dolore e del male (“per ridir del ben che vi trovai”), perché l’uomo non è mai solo. Infatti la presa di coscienza del male e della debolezza dell’uomo non è che il primo passo verso la pienezza della luce, della verità, del bene (“uscimmo a riveder le stelle”).

A fare da guida alla mostra studenti e un robot umanoide. Il punto di vista è quello delle nuove generazioni: l’idea originaria è partita da due studenti dell’Università Cattolica di Milano. A fare da guide sono gli studenti del triennio delle superiori (accompagnati da guide e tutor adulti dell’associazione Rivela) grazie all’attività dei PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento). Formati sulla mostra con lezioni e approfondimenti, i ragazzi possono così illustrarne i contenuti ai coetanei e ai visitatori. Guida d’eccezione è inoltre NAO, un robot umanoide con tutte le articolazioni di un essere umano e sensori che, grazie all’Intelligenza Artificiale, lo rendono capace di dare feedback emotivi e spiegazioni sui contenuti della rassegna.