Ghetto ebraico Venezia, rimossi i volantini con i volti degli ostaggi

Venti volantini con i volti di alcune delle persone che lo scorso 7 ottobre sono state rapite da Hamas e portate nella Striscia di Gaza, nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 18 ottobre, sono stati affissi nel cuore del Ghetto ebraico di Venezia, a due passi dalla sinagoga. Poche ore dopo, le forze dell'ordine impegnate nel presidiare la zona li hanno rimossi spiegando che chi li aveva appesi non era in possesso di alcuna autorizzazione.
Nonostante i responsabili non siano stati identificati, il QR code presente sui volantini rimanda all'associazione "Kidnapped from Israeli" che in questi giorni sta attaccando in tutto il mondo - da New York a Londra, ma anche Berlino, Lisbona, Amsterdam e Vienna - le foto delle persone di cui sono state perse le tracce, portando così avanti gli appelli delle famiglie.
Accanto alle foto, anche il nominativo della persona e l'età, oltre alla scritta ‘Rapito’, che ha immediatamente attirato l'attenzione dei passanti dal Ghetto. Tra le persone scomparse, diversi anche i volti dei bambini e delle donne, con l'appello di “Aiutare l'organizzazione a portarli a casa vivi”.
Quello veneziano sarebbe il secondo caso di affissione dei volantini in Italia, dopo Firenze, dove sono stati appesi nei giorni scorsi.
ANCHE DA PADOVA PER ATTACCARE I VOLANTINI "È un brutto segno la paura di esprimere le proprie opinioni solo perché ci potrebbe essere qualche antisemita in giro. Credevamo fosse importante attaccare i volantini al Ghetto di Venezia, ma il rabbino ci ha chiesto di non farlo, dicendo che ogni volta che succede qualcosa ad Israele, i graffiti antisemiti e il vandalismo arrivano anche al Ghetto. Credo che sia triste vedere che la comunità ebraica di Venezia voglia nascondersi": lo dice una giovane del gruppo Kidnapped Posters Campaign che ieri insieme ad altri cinque ragazzi è arrivata da Padova per attaccare ai muri del Ghetto i volantini con i volti degli israeliani rapiti da Hamas.
La ragazza racconta di come, al momento dell'affissione, i militati impegnati a presidiare il quartiere ebraico di Cannaregio avessero spiegato loro che servisse l'autorizzazione del Comune per appenderli sul muro ai piedi del ponte che collega il Ghetto con gli Ormesini, zona scelta dai giovani. "Non abbiamo nemmeno provato a chiamare il Comune perché il rabbino e il presidente della comunità ebraica ci hanno chiesto di non attaccarli perché avrebbero attirato troppa attenzione. Rispetto la posizione e posso capire la preoccupazione, ma non condivido" conclude la giovane.