Cronaca di Redazione , 03/10/2023 7:15

Padova quinta provincia più inquinata d'Italia, ma in città le emissioni sono in calo

Inquinamento
Inquinamento

L’ultima classifica stilata dal ‘Sole 24 Ore’ basata sui dati satellitari del servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus registrati tra i mesi di gennaio e agosto di quest’anno indicano che Padova è la quinta provincia più inquinata d’Italia. Davanti in ordine Cremona, Monza e Brianza, Milano, Mantova.
Con i blocchi del traffico e il sistema a ‘semafori’ in base alla concentrazione di Pm10 nell’aria da ottobre ad aprile il comune di Padova, con quasi tutti quelli della cintura urbana e con quelli più popolati della provincia, prova a contenete lo smog. Se in città i dati sono in calo, il Provincia non è lo stesso e alcuni comuni si rifiutano di applicare limitazioni alla circolazione di auto e moto spiegando che non sono questi mezzi a provocare i problemi.

Secondo lo studio riportato dal quotidiano in Italia ci sono 58 province dove la concentrazione di polveri sottili pm 2,5 supera i limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità: in questa zona vive il 73% degli italiani. Se le particelle pm 2,5 hanno un valore limite di 10 microgrammi per metro cubo, a Padova quella soglia è più che raddoppiata visto che siamo a 23,4 con un aumento del 5,4% nell’arco di quattro anni. 

Interpellato dal ‘Gazzettino’, l’assessore all’ambiente del Comune di Padova, Andrea Ragona, attacca: “In città registriamo un miglioramento della situazione mentre in molti altri comuni evidentemente c’è chi parla ma non fa abbastanza. A Padova negli ultimi 15 anni registriamo una tendenza in netto calo per tutti gli inquinanti. Sono più che dimezzati gli sforamenti sia di Pm10 che di Pm2,5. Evidentemente in provincia non tutti sono così impegnati su questo fronte e mi riferisco a chi si vanta di non adottare misure per ridurre il traffico e le emissioni inquinanti. Questi sono i risultati”.
Tra i comuni del no c’è Cadoneghe. Il sindaco Marco Schiesaro sostiene infatti che per contenere l’inquinamento non si debbano bloccare le auto, piuttosto investire su caldaie di case e aziende meno inquinanti. 

RISCHI PER LA SALUTE Il professor Andrea Vianello, direttore della Fisiopatologia respiratoria dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, spiega al ‘Gazzettino’ che a rischio sono i bambini e gli anziani. “A breve termine il problema riguarda i pazienti fragili, come ad esempio gli asmatici, che vedono una riacutizzazione della malattia. In queste giornate aumenta l’uso dei farmaci broncodilatatori. Penso anche ai pazienti con bronchioliti croniche e ai cardiopatici. Nelle fasi di inquinamento accentuato aumentano i sintomi come tosse e mancanza di fiato – spiega -. Poi però ci sono gli effetti a lungo termine, altrettanto deleteri, con un’attenzione particolare ai bambini. Essere esposti all’inquinamento aumenta il rischio di sviluppare malattie respiratorie e nel corso del tempo può diminuire la funzione polmonare”.
Cosa fare quindi? Il Professor Vianello spiega: “Rivoluzionare la propria quotidianità non è facile ma si possono prendere alcuni accorgimenti. Penso per esempio all’utilizzo della mascherina FFP2 se c’è un’importante concentrazione di inquinanti, riducendo così le inalazioni. Poi bisognerebbe evitare di andare a fare jogging in una situazione di eccessivo inquinamento: la corsa aumenta la ventilazione e di conseguenza aumenta anche la quantità di irritanti che si inalano. Per quanto riguarda i bambini bisognerebbe evitare di portarli fuori nelle ore di maggior traffico anche perché le carrozzine sono all’altezza che li espone di più ai rischi delle inalazioni”.