Cronaca di Redazione , 01/08/2023 6:45

Tumore al polmone, 500 pazienti in carico allo IOV. La storia di Massimo

Tumore al polmone
Tumore al polmone

Il 1° agosto è la giornata mondiale dedicata al tumore al polmone, tra le neoplasie più frequenti e la prima causa di morte oncologica.
L’Istituto Oncologico Veneto è un punto di riferimento anche per questo tipo di neoplasia. All’interno dell’UOC Oncologia 2 con direttore la prof.ssa Valentina Guarneri è presente il team di oncologia toracica composto da Giulia Pasello, Laura Bonanno, Stefano Frega, Alessandro Dal Maso e Alessandra Ferro, oltre a medici in formazione specialistica e la case manager Virginia Pozza.

Nel 2022 sono stati presi in carico circa 500 nuovi pazienti, un numero rilevante e in continua crescita, seguiti con un approccio multidisciplinare garantito dal Gruppo Oncologico Multidisciplinare (GOM) dello IOV che si riunisce settimanalmente. Del GOM fanno parte oncologo, radioterapista, radiologo, medico nucleare, pneumologo, chirurgo toracico e anatomopatologo, oltre a case manager, in collaborazione con Azienda Ospedale - Università di Padova.
La prognosi di questi pazienti è molto migliorata negli ultimi anni, anche grazie all'introduzione di farmaci innovativi come terapie a bersaglio molecolare e immunoterapia, al cui sviluppo clinico anche lo IOV ha contribuito attivamente.

In un’ottica di miglioramento della prognosi è fondamentale anche l’attività di ricerca traslazionale possibile grazie al coinvolgimento dei laboratori dell’UOC Immunologia e Diagnostica Molecolare Oncologica (IDMO) diretta dal prof. Antonio Rosato e in collaborazione con il Prof. Stefano Indraccolo, Responsabile dell’UOSD Oncologia di base sperimentale e traslazionale. La ricerca in questo campo si basa su tre pilastri fondamentali:
1. Studio del microambiente immunitario tumorale e di biomarcatori circolanti per predire la risposta all’ immunoterapia e identificare i pazienti a maggior rischio di tossicità alla stessa;
2. Utilizzo della biopsia liquida per la rilevazione dei driver molecolari di farmaci mirati, e per identificare i principali meccanismi di resistenza;
3. Analisi dell’espressione genica per l'identificazione di biomarcatori predittivi e prognostici nelle più comuni neoplasie polmonari ma anche in sottogruppi di neoplasie rare

L’Istituto Oncologico Veneto è il centro nazionale con il maggior numero di studi su questa patologia. Questo consente di avere diversi protocolli di ricerca clinica attivi che consentono ai pazienti l'accesso ad innovative opzioni di trattamento. In quest'ottica, fondamentale è la collocazione dello IOV all'interno di network regionali, nazionali e internazionali.
Nel corso degli ultimi due anni è stata inoltre implementata una stretta collaborazione con la UOC di Radiologia diretta dalla Dr.ssa Francesca Caumo, nell'ambito di un ambizioso progetto di radiomica in pazienti affetti da neoplasia polmonare e discussi dal team multidisciplinare.
Lo IOV partecipa come coordinatore regionale al progetto nazionale RISP, screening per i grandi fumatori, programma di prevenzione secondaria per la diagnosi precoce di questa neoplasia in soggetti ad alto rischio, con oltre 450 pazienti arruolati.

LA STORIA DI MASSIMO “In seguito alla diagnosi di tumore al polmone, ho scoperto che esiste un mondo, quello dello IOV che non è mai fermo, ma è in continua evoluzione con nuove ricerche, nuovi protocolli terapeutici e continui passi avanti”.
Per Massimo, 58anni, oggi pensionato, l’Istituto Oncologico Veneto è questo. Nel 2016 gli è stato diagnosticato un adenocarcinoma al polmone sinistro e a novembre dello stesso anno ha iniziato le cure. “Oramai da quasi sette anni sono in terapia con la dottoressa Giulia Pasello, dirigente medico dell'UOC Oncologia 2 diretta dalla prof. Valentina Guarneri, e la sua equipe, con un protocollo sperimentale – racconta – Nel 2019 la terapia non era più efficace per cui, dopo una biopsia, è stato ridefinito il protocollo terapeutico e da allora vado avanti con i controlli ogni due – tre mesi”.
Una diagnosi affrontata sempre con la voglia di non darla vinta al tumore. “Ci sono le giornate buone e quelle meno buone, ho dovuto fare i conti anche con una leggera dispnea e un abbassamento di voce – aggiunge – So che è dura, ma quello che mi aiuta ad andare avanti è pormi continuamente nuovi obiettivi. Il primo è svegliarmi la mattina e stare bene, ma negli scorsi anni mi ha aiutato voler arrivare a vedere mia figlia laureata e adesso penso ai miei nipoti, che vorrei accompagnare nella crescita. A breve, dopo anni nel mondo del calcio con l’allenamento di squadre giovanili, inizierò una nuova sfida con gli adulti. Dal momento che sono in pensione e il tempo c’è, inoltre, vorrei fare volontariato per aiutare gli altri. Come ricordava Gianluca Vialli, il cancro è solo un compagno di viaggio: non lascio che condizioni la mia vita oltre quanto sia lecito. In questo è fondamentale il sostegno della famiglia, di mia figlia, mio figlio, dei nipoti e soprattutto di mia moglie: il suo affetto è assolutamente indispensabile e determinante”.
Allo IOV, Massimo si sente protetto. “Quando si entra in un ambiente del genere, le emozioni sono tante, all’inizio c’è sicuramente un momento di spaesamento, ma grazie alle piccole attenzioni di tutto il personale si riacquista subito la serenità. Ogni volta che ho un appuntamento per una visita, per me, nonostante le attese, so che è sempre tempo guadagnato, mai tempo perso”.