Un anno di guerra, Padova il cuore pulsante dell'aiuto all'Ucraina VIDEO
1 anno fa l’invasione russa in Ucraina, che ha dato avvio a una guerra che continua a provocare migliaia di vittime e distruzione.
Una situazioni sconvolgente alle porte dell’Europa, così vicina, che ha subito mosso, sin dall’inizio della crisi, il ricco mondo della solidarietà padovana.
La Fondazione Hope Ukraine, creata dal Console Onorario d’Ucraina del Triveneto, Marco Toson nata come centro propulsore per la gestione degli aiuti umanitari dall’Italia all’Ucraina e l’arrivo dei profughi sul territorio italiano, ha messo sede proprio negli spazi offerti dal Comune di Padova, a fianco della Protezione Civile. Hope che in territorio ucraino può contare su 23 uffici e una base a Kiev, 2 mila persone ucraine di riferimento sul posto.
Da qui sono stati sviluppati, e si stanno creando tuttora, tanti progetti solidali per offrire un aiuto concreto al popolo ucraino: aiuti umanitari, eventi solidali, sensibilizzazione, oltrechè sostegno ai profughi ucraini.
Il console onorario è appena rientrato da Kiev dove con tutte le Ong (compresa la padovana Cuamm) ha partecipato alla visita della presidente del consiglio Giorgia Meloni, delegazione che ha appena consegnato 60 potenti gruppi elettrogeni, Camion dei Vigili del Fuoco e borse mediche per gli interventi di emergenza.
Hope continua a organizzare l’aiuto, a indirizzarlo dove serve e viene chiesto e intanto si pensa alla ricostruzione che non dovrà essere solo di immobili, ma anche di persone, lavoro, sociale.
Il Comune di Padova sta chiudendo il gemellaggio con la città di Leopoli, un ponte non solo simbolico, che sarà utile anche nella ricostruzione, dice il vicesindaco Micalizzi.
Hope lancia già l’appuntamento a maggio per un festival musicale a Leopoli con tanto di Sting invitato speciale, si vedrà se all’aperto o sprofondati in un bunker...