Crescono disagio e violenza giovanile e non è solo colpa della pandemia VIDEO
L’ultimo episodio sabato pomeriggio, fuori dal centro commerciale di Albignasego: un gruppo di ragazzine minorenni accanitesi contro tre 13enni, aggredite fisicamente, accerchiate e percosse, loro e persino il padre di una di loro, arrivato a salvarle dal pestaggio. Anche lui buttato a terra tra calci e sputi. La madre di una ragazzina presa a ceffoni da un’altra adolescente. Episodi sconcertanti. Che si ripetono ovunque e raccontano di un livello importante di sofferenza e aggressività tra giovani e giovanissimi, anche di 12-14 anni, dopo la pandemia. “Siamo di fronte a un disagio crescente tra i ragazzi e il livello di aggressività è aumentato” spiega la consigliera dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, Marisa Galbussera.
Ovviamente ciò non si può attribuire solo agli effetti della pandemia, tra i responsabili anche i social, che amplificano il narcisismo e il desiderio di mettersi in mostra a tutti i costi degli adolescenti, ma conta anche la famiglia.
Perchè da un lato è molto aumentato il disagio anche all’interno delle famiglie.
Un altro problema è acuito dal nostro vivere moderno: genitori sempre fuori, sempre impegnati, poco presenti. Tradotto: ragazzi che si sentono anche molto soli.
Soprattutto durante l’adolescenza il dialogo è il primo strumento per i genitori. L’unica chances è parlare con i propri figli, spiega la psicologa, oltre che essere testimoni con il proprio esempio di comportamenti e sentimenti positivi.