la Redazione

Ultima Generazione: sciopero dall'istruzione a Padova

Fede ha 17 anni e frequenta il liceo di scienze umane di Padova. Da questa mattina ha deciso di sedersi davanti all’entrata di Palazzo Bo, sede dell’università di Padova. Tutto il giorno, tutti i giorni. Facendo questo comincia uno “Sciopero dall’istruzione", come protesta verso un sistema di educazione miope davanti alla realtà che viviamo. "Ho scelto di sedermi davanti all’università in quanto rappresenta il luogo di produzione del sapere per eccellenza, e in quanto luogo in cui dovrei continuare il mio percorso di formazione, secondo il normale ordine delle cose. Ma non viviamo in un mondo in cui si può parlare di "normale ordine delle cose". A scuola studiamo l'importanza di equilibri ecosistemici che stiamo distruggendo, studiamo di come funzionano le istituzioni e di come i popoli hanno lottato nella storia. E poi? E poi niente, usciamo nel mondo e continuiamo a vivere come in una bolla. Sono seduta qua perché questa bolla la voglio rompere. E starò qua seduta, con chiunque si voglia unire a me, finché qualcuno non ci ascolterà. Perché di questa istruzione ipocrita in un mondo senza futuro non ce ne facciamo niente. Se vuoi rompere la bolla anche tu, unisciti a me. Siediti insieme ad altri davanti alla tua scuola o università, in cui studi, lavori o fai ricerca. Parla con la gente. Pretendi di essere ascoltato. Perché nessuno comincerà a farlo se non cominci tu”, ha dichiarato la giovane. 

ULTIMA GENERAZIONE UNIVERSITARIA “Siamo studentesse e studenti delle università d’Italia - scrivono in una nota -. Siamo giovani che sentono il presente sulla loro pelle. Sentiamo la sofferenza di essere cresciuti in un mondo che ci è stato raccontato in perenne crisi, in cui precarietà e incertezza sono la norma. Sentiamo l’isolamento in una società in cui le comunità sono disgregate o inesistenti, in cui i contenitori di senso che hanno dato forma al mondo delle generazioni passate si sono dissolti, lasciando vaghi modelli individualisti al loro posto. Sentiamo l’impotenza davanti a sistemi politici corrotti e apparentemente impermeabili al cambiamento, davanti a una società di età sempre più avanzata, che ci schiaccia e zittisce, liquidando con paternalismo ogni nostro slancio. Non vogliamo più rimanere passivi davanti a tutto questo. Vogliamo occuparci degli spazi in cui viviamo, delle istituzioni di cui facciamo parte, del mondo che abitiamo. Consapevoli che prendersi cura, in questo momento storico, significa innanzitutto impegnarsi ad agire in prima persona. Vogliamo agire con senso e coraggio in questo momento storico, e vogliamo che l’Università diventi una comunità, dove l’impegno al cambiamento sia una responsabilità che portiamo avanti insieme. Vogliamo vivere”.

LE RICHIESTE "Noi, studentesse e studenti delle università, con il supporto di docenti, ricercatori e chiunque voglia unirsi a noi, portiamo a Rettrici e Rettori due richieste semplici e concrete - speigano ancora in una nota -. Le portiamo con uno spirito di urgenza totale, perché tale è la situazione in cui ci troviamo e che viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni, pur abitando una società che si ostina a nascondere la testa sotto la sabbia e ad accettare uno status quo che favorisce solo l’interesse di pochi a discapito della collettività. Vogliamo che le università si riapproprino della loro funzione di guida per la società, che il sapere in esse prodotto diventi davvero faro per indirizzare politiche nell’interesse di tutte e tutti. Quel sapere che fino ad ora è stato pietosamente piegato e strumentalizzato da aziende che, nella loro produttivistica miopia, hanno tutto l’interesse a scongiurare la possibilità di una riforma profonda del sistema. Vogliamo che le università prendano una posizione pubblica e netta rispetto a tutto questo. Per questo abbiamo due richieste da rivolgere a Rettrici e Rettori d’Italia:
1. vengano messi a disposizione di studenti e studentesse due strumenti: uno spazio permanente e confortevole all’interno dell’Università e un budget, da concordare con l’Amministrazione, con la finalità di affrontare in modo serio e nuovo il tema del disagio psicologico dei giovani, senza cadere in patologizzazioni e sovradeterminazioni esterne.
2. L’Università istituisca una giornata in solidarietà alle vittime climatiche.
Questa giornata deve essere un’interruzione del normale flusso della quotidianità accademica - concludono -. Un’interruzione necessaria a ricavare il tempo, di cui abbiamo così disperatamente bisogno, per capire davvero dove ci troviamo e che responsabilità abbiamo in questo momento storico. La sua programmazione e gestione sarà affidata ad un comitato rappresentativo della popolazione universitaria nel suo insieme (studenti, docenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo)".

MOBILITAZIONE DI TRE SETTIMANE A MAGGIO A Maggio Ultima Generazione sarà in mobilitazione per tre settimane. “Questa mobilitazione non ha a che fare con la crisi ecologica di per sé, ma con il grave stato in cui versa la nostra democrazia, che in un susseguirsi di governi inetti ci presenta di fronte a una crisi epocale in mutande e con un Governo più interessato a rafforzare il proprio potere incriminando e soffocando le voci della protesta e del dissenso che proteggere i propri cittadini. Maggio non è per la crisi climatica, ma è perché meritiamo una democrazia capace di farvi fronte. Invitiamo tutti i giornalisti e le giornalisti a partecipare con noi alle grandi giornate di mobilitazione dell’11 e del 25 maggio” hanno conlcuso.