Canile di Rubano, fa sparire oltre 760mila euro e patteggia: niente carcere per l'ex tesoriere
Ha restituito appena cinquemila euro, un nulla rispetto ai 796.501,52 euro sottratti dalle casse dell’associazione che gestisce il canile di Rubano, approfittando della sua veste di tesoriere. Da parte di Massimiliano Rinaldi, 45enne di Vigonza, solo promesse e nient’altro, anche di fronte al furto di una somma di danaro così importante frutto di donazioni e contributi dei cittadini che sostengono il canile.
Come riportato da Il Mattino di Padova, arrivato senza alcun ostacolo il via libera dalla procura alla richiesta di patteggiare la pena proposta dai suoi difensori: due anni e sei mesi di carcere oltre al pagamento di mille e cinquecento euro di multa, sostituiti da 1.860 ore di lavori di pubblica utilità, che Rinaldi svolgerà nell’arco di due anni nella cooperativa “Progetto Insieme” di Noventa Padovana.
L'ex tesoriere ha sottratto tutta quella soma a causa di una smodata dipendenza dal gioco d'azzardo e non ha mai fornito una spiegazione ufficiale all'Associazione nazionale per la difesa del cane - Rifugio di Rubano, rimasta letteralmente a secco. È stato il gup padovano Laura Alcaro a pronunciare la sentenza di patteggiamento, rito alternativo che prevede per legge lo sconto di un terzo della pena. E che richiede un doppio via libera, quello della pubblica accusa e quello anche del giudice: entrambi hanno ritenuto la pena congrua e così Rinaldi ha chiuso il conto con la giustizia sul piano penale.
Il gup ha inflitto al 45enne il divieto di uscire dal Veneto e dall’Italia per la durata della sanzione e quello di detenere armi nonché di frequentare pregiudicati, stabilendo il ritiro del passaporto e della carta d’identità per l’espatrio. Per accertare il rispetto di quelle prescrizioni è stata fissata un’udienza di verifica della sua condotta per il 17 settembre 2026. Il canile si era costituito parte civile tutelato dalla penalista Orietta Baldovin. Ma il patteggiamento esclude di fatto (per legge) la parte civile. E all’Associazione nazionale per la difesa del cane- Rifugio di Rubano (tutelata dall’avvocato Tullio Chierego) non è rimasto che avviare una causa civile, ottenendo la possibilità di sequestrare beni a Rinaldi per un valore di circa 450 mila euro. Risulterà molto difficile, però, recuperare quel bottino fatto sparire da Rinaldi.
Nel 2022 era stato un ex revisore dei conti dell’Associazione a notare anomalie nel bilancio, accorgendosi che i conti non tornavano. Era stata informata la presidente Giovanna Salmistraro, madre di Massimiliano Rinaldi, e lei aveva investito del problema il consiglio direttivo ammettendo la responsabilità del figlio con problemi di ludopatia.
Smascherato, Rinaldi aveva promesso più volte di restituire i soldi senza fare nulla. Allora era stata presentata la denuncia che aveva portato all’inchiesta.