Veneto: stop a intitolazione vie con nomi di responsabili di crimini contro l'umanità
Il Consiglio regionale Veneto ha approvato con 44 voti favorevoli, il progetto di legge che introduce il divieto di intestare strade, piazze pubbliche, monumenti, lapidi o simboli permanenti a coloro cui siano state riconosciute, dal punto di vista storico o giudiziale, responsabilità politiche e di governo per azioni efferate, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Nel corso del dibattito sono stati approvati l'estensione della fattispecie ai crimini di aggressione e violazione del diritto internazionale e umanitario, e il divieto di intitolazione di strade, piazze e altri luoghi o edifici pubblici ad esponenti del partito fascista.
Per gli stessi motivi, di consentire la revoca per indegnità di onorificenze di stato: a titolo esemplificativo, è stato menzionato - nel contesto del Giorno del Ricordo istituito con la Legge n. 92/2004 per conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra - il caso di Josip Broz Tito, decorato Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana il 2 ottobre 1969, e alla cui memoria, nonostante le riconosciute responsabilità criminali, sono ancora intestate vie di città italiane, temi sui quali sono intervenuti, richiamando la storia della presenza veneziana e la tragedia vissuta dagli italiani nei territori ex jugoslavi e alcuni aspetti legati alle ricostruzioni più recenti relative a quell'epoca.
E' stato inoltre sottolineato come la proposta legislativa rappresenti un tentativo importante che il Veneto vuole provare a fare per la costruzione di una memoria condivisa, in particolare nella Regione che ha vissuto con forza i drammi del secondo dopoguerra, e per contribuire ad accrescere il senso di comunità nei nostri territori, per imparare a leggere i fatti e trarne insegnamento utile anche al giorno d'oggi, una serie di finalità che furono accolte dal legislatore nazionale quando istituì i Giorni della Memoria e del Ricordo, in un Paese che è frutto di un processo storico che ha visto prevalere i valori della democrazia: in questo senso, i nomi dei luoghi rappresentano anche la storia di una comunità; la proposta legislativa viene giudicata meritevole di essere appoggiata in funzione di una memoria condivisa, nella speranza che il contributo della Regione del Veneto in questo senso sia raccolto dal Parlamento nazionale.